La Sogliola (nome scientifico Solea solea) è tra le specie ittiche maggiormente acquistata in Italia, soprattutto nelle regioni settentrionali. In commercio viene venduta sia fresca che congelata/surgelata, intera o eviscerata o sottoforma di filetti.
La domanda interna di questa specie è talmente incalzante che il mercato nazionale non riesce a farle fronte e deve ricorrere sempre ad approvvigionamenti da mercati esteri.
La Sogliola raggiunge la prima maturità sessuale all’età di quattro anni; il suo periodo riproduttivo si estende dall’inverno alla prima estate a seconda dell’area marina mediterranea interessata. Un adulto raggiunge una taglia massima prossima ai 30 cm.
È un pesce molto sensibile alla temperatura, mal sopportando livelli superiori ai 25 gradi centigradi.
I prezzi al dettaglio della Sogliola sul mercato nazionale vanno dai 19 €/kg. fino a più di 35 €/kg. per esemplari di 400 gr. importati dal Nord Europa. Naturalmente vi possono essere significative fluttuazioni nel listino prezzi dei mercati interni ai diversi Paesi, sul quale va ad incidere anche il valore aggiunto che i consumatori tendono a dare ad un prodotto ittico allevato con garanzie di qualità e rispetto per il pesce e l’ambiente.
Nei due principali produttori europei della Sogliola (Spagna e Portogallo) è ancora fortemente praticato l’allevamento estensivo, sfruttando bacini idrici naturali (ad esempio le lagune), senza alcun controllo dei parametri ambientali, biologici ed ecologici. Le loro produzioni pertanto risentono di una serie di inconvenienti legati alla mancanza di un monitoraggio delle condizioni di allevamento e sono diventati quindi nel corso degli ultimi anni sempre più sensibili ai repentini mutamenti climatici ormai così frequenti.
La soluzione più interessante e moderna che è stata escogitata per far fronte all’aleatorietà di questi fenomeni, consiste nello dislocare le attività di allevamento all’interno di edifici nei quali è più facile controllare la temperatura e altri importanti parametri chimico-fisici essenziali ad una buona crescita dei pesci. Addirittura perfino un vecchio bunker portuale nel nord Europa è stato riqualificato e adibito a moderna fattoria produttiva della Sogliola e del Rombo.
L’allevamento in impianti dotati di vasche a ricircolo idrico ha mostrato livelli di produzione soddisfacenti, per via della notevole semplificazione delle attività gestionali e di controllo e della garanzia, allo stesso tempo, di un prodotto ittico di alta qualità.
La possibilità di filtrare e depurare l’acqua di allevamento utilizzando varie tipologie di filtri, compresi quelli acquaponici, permette di progettare e realizzare veri e propri “condomini” costituiti da lunghe vasche rettangolari poste una sull’altra fino ad arrivare a formare 10 livelli in altezza. In questo modo si è riusciti ad esempio in Norvegia a ridurre lo spazio necessario per allevare un determinato stock di pesci, occupando con una struttura multilivello soltanto il 10% dell’area richiesta, invece di impiegare vasche tradizionali ad un solo livello.
Undici specie di pesci, dallo Halibut atlantico fino al Merluzzo hanno mostrato che, in realtà di acquacoltura multilivello, le condizioni sono tali da permettergli di raggiungere la taglia di mercato in meno tempo che in natura; nel caso del Rombo europeo la profondità dell’acqua nelle vasche può essere addirittura di soli 10 cm., un fattore che esplica efficacemente l’opportunità di utilizzare le strutture multilivello verticali salva-spazio per la creazione di fattorie ittiche iper-intensive.
La scelta di impiegare vasche poco profonde per l’allevamento di pesci piatti come la Sogliola è dovuta anche alla necessità di stressare il meno possibile il pesce, garantendo in questo modo la coabitazione pacifica con i suoi simili. Inoltre questa scelta favorisce un razionamento più efficiente del mangime somministrato per l’ingrasso e potenzia il controllo della qualità chimica dell’acqua, fondamentale per prevenire il rischio d’indebolimento delle difese immunitarie dei pesci, considerata la densità, sono più esposti ad eventuali patologie che potrebbero portare ad un aumento del tasso di mortalità.
Fra gli altri vantaggi di un impiego di strutture multilivello c’è da tenere in considerazione anche il risparmio sul costo di pompaggio dell’acqua nel circuito idraulico, poiché lo svuotamento delle vasche – ai fini del mantenimento di una buona qualità idrica e della rimozione di sostanze organiche indesiderate, prodotte anche dai residui di mangime non consumato – avviene naturalmente per forza di gravità.
Le vasche sono studiate per potersi pulire automaticamente, riducendo così la fatica ed i tempi di lavoro del personale dell’impianto, agevolandolo notevolmente anche nelle operazioni relative alla somministrazione del mangime, al controllo visivo e al campionamento eseguito per monitorare lo stato di salute degli pesci allevati.
La capacità produttiva di un impianto di allevamento ittico multilivello dipende dal numero e dalla dimensione delle vasche. Queste possono essere lunghe anche 20 metri con una densità di sogliole che può arrivare fino ai 10 kg. al mq. di individui adulti aventi taglia di mercato (200-250 gr.).
Avendo ad esempio una superficie totale di vasche pari a 100 mq. è possibile produrre fino a 7 quintali di sogliole in un arco di tempo che va da 1 a 2 anni a seconda che venga mantenuta costantemente o meno una temperatura ottimale dell’acqua di 20-22 gradi centigradi.
Non esistono ancora impianti multilivello in Italia, mentre ne sono stati realizzati in quei Paesi dell’Europa centrale e settentrionale nei quali l’esigenza di regolare la temperatura dell’acqua di allevamento è una necessità improrogabile per avere in tempi più brevi il prodotto ittico della taglia adatta alla vendita.
La flessibilità nell’assemblaggio di queste strutture consente di avviare un impianto inizialmente anche con un solo modulo multilivello, aggiungendo poi altre unità uguali e altrettanto indipendenti in parallelo con la domanda del mercato. Questa caratteristica permette di coltivare anche altre specie ittiche come ad esempio il Rombo, potendo così ampliare e variare la propria offerta commerciale, senza essere costretti a modificare gli impianti per le specifiche necessità di altre specie. Questa è anche un’ottima opportunità per poter riqualificare capannoni e altri edifici in disuso ai fini della creazione di reddito e nuova occupazione.
La possibilità di allevare la Sogliola con una salinità inferiore a quella dell’acqua di mare nelle vasche controllate a circuito chiuso, favorisce l’allevatore che in questo modo non è costretto ad approvvigionarsi da una fonte vicina di acqua marina dato che può addizionare sali artificiali per creare un’acqua adatta per l’allevamento che sia anche più sicura a livello biologico.
Concludo auspicando nel prossimo futuro la nascita della prima fattoria ittica multilivello di tipo sostenibile vista la necessità oramai inderogabile per l’Italia di iniziare a dotarsi di impianti di produzione di pesce nazionale nel quadro di controlli di qualità e con certificazione di origine effettuati dagli stessi allevatori, ai quali saranno aperte le porte dei mercati non solo nazionali per prodotti ittici sicuramente di grande appeal e qualità.
Dr. Davide Di Crescenzo
AquaGuide