“Diversificare”, sembrerebbe essere questa la chiave di volta per la rinascita della comunità costiera per tradizione dedita al settore ittico.
Funziona? Sembrerebbe di si a vedere come la cittadina di Hull, piccolo porto peschereccio nello Yorkshire (Inghilterra), si sia trasformata negli ultimi dieci anni da città di pescatori, che dal mare del Nord portavano in porto pesce da lavorare, conservare e spedire nel resto del Regno Unito, in Città della cultura UK 2017.
La trasformazione è cominciata sulla scia del successo degli Housemartins, band indie-pop degli anni Ottanta, originaria del posto che ha calamitato in città artisti da ogni dove, innescando un volano: nei decenni successivi sono nate gallerie d’arte e teatri. Gli amministratori del posto ci hanno creduto, hanno ben pensato di investire “diversificando”. Oggi in città si susseguono mostre, spettacoli, installazioni di autori internazionali, festival.
Vivace è l’attività del Museo Marittimo, dove fino al 7 gennaio 2018 è possibile vistare la mostra Turner & the Whale (Turner e la Balena) del britannico William Turner (1775-1851). Hull è famosa anche per The Deep, l’acquario di vetro e acciaio che si staglia sul porto dove è possibile ammirare oltre 3.500 specie, dagli squali a centinaia di pesci tropicali, alle tartarughe.
Hull non è solo eventi speciali, il centro storico tra case georgiane, edifici eleganti, vetrine e pub che servono una gran varietà di birre artigianali, è un tripudio di bellezza e vitalità. Ma la radice marinara mantiene la sua robustezza e la sua forza.Tra Princes Avenue e Newland Avenue c’è la più alta concentrazione di locali della città dove magiare la tradizionale “patty in a butty” una polpetta di pesce e erbe, oppure ostriche, granchio, aragosta, coda di rospo e fish and chips. Hull è anche la patria del pesce affumicato: nel 1878 esistevano ben 50 smoke house, gli affumicatoi, alcuni attivi ancora oggi.