Si è concluso ieri a Catania il ‘Seminario di alto livello sullo status degli stock nel Mediterraneo e sull’approccio della PCP’, una due giorni di dibattito organizzata dalla Commissione europea (DG Mare), dal MEDAC (Mediterranean Advisory Council) e dal Mipaaf, che ha coinvolto tutti gli attori della filiera ittica sul confronto relativo all’impoverimento degli stock ittici nel Mediterraneo. A fare il punto della condizione critica nelle acque europee le presentazioni di scienziati ed esperti, dalle quali emerge un quadro abbastanza allarmante. Si stima, infatti, che circa il 95% degli stock del Mediterraneo siano sovrasfruttati, per un totale di 64 stock composti da piccoli pelagici, crostacei e demersali. Dati gli scarsi risultati ottenuti fin ora dalla PCP, uno degli strumenti ottimali per ridurre la mortalità degli stock si configura in una riduzione della pesca del 50-60%. “Spesso ci viene detto cosa evitare in nome della PCP, ma poche volte quando e come farlo”, dichiarano gli stakeholder presenti in sala, che scongiurano all’unisono la possibilità di un imminente blocco della pesca. In uno scenario drastico ma ancora salvabile, come attestano le parole del Commissario europeo per l’Ambiente, gli Affari Marittimi e la Pesca, Karmenu Vella, che ha aperto la conferenza, le uniche buone notizie derivano dai miglioramenti sul versante del tonno rosso, specie che sembra coinvolta solo da lontano dal destino delle altre. A dibattito concluso, questi i suggerimenti che secondo le personalità scientifiche e politiche devono essere repentinamente messi in atto: considerazione globale della pesca, accesso aperto alle banche dati, promozione di un approccio ecosistemico, stimolazione alla collaborazione tra tutti i componenti della filiera ittica e tra paesi terzi. Inoltre, riprendendo le dichiarazioni del Presidente del Medac, Gianpaolo Buonfiglio, è utile al momento puntare sull’abbattimento delle lungaggini decisionali degli organi competenti e sulla regionalizzazione. “Stante alle attuali circostanze, possiamo investire su una prospettiva futura?”, si chiede l’eurodeputato Marco Affronte durante il suo intervento. Se dovessimo rispondere adesso diremmo di no, ma speriamo ugualmente cher i riverberi dell’appena terminato incontro siano positivi, nella fattispecie per chi fa delle attività di pesca la propria vita.
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