Se ti concedi pochi spiccioli per mangiare una spigola o un dentice, potresti non sempre ottenere ciò per cui paghi, anche nei ristoranti più alla moda e nei mercati di pesce di lusso.
Secondo un recente studio di Oceana, i test del DNA effettuati su un campione di prodotti ittici venduti negli Stati Uniti, hanno dimostrato che circa il 21% del pesce campionato non era quello che veniva indicato in etichetta o nel menu.
“I consumatori vengono derubati“, ha detto Beth Lowell, vicepresidente di Oceana. Lowell sostiene che questo non è un problema isolato. La sua organizzazione ha testato oltre 400 campioni da 277 sedi in 24 stati e nel distretto di Columbia. Oceana per motivi di privacy non ha reso noti i nomi dei mercati, dei negozi e dei ristoranti in cui ha acquistato i campioni.
Secondo i risultati dei test, i prodotti ittici erano più frequentemente etichettati erroneamente nei ristoranti e nei mercati più piccoli rispetto alle grandi catene di supermercati. In un caso su tre il prodotto ittico è risultato erroneamente etichettato.
I test di Oceana hanno dimostrato che la spigola è stata etichettata erroneamente il 55% delle volte e il dentice il 42% delle volte. Spesso la spigola viene sostituita con pesce persico gigante o tilapia del Nilo , pesce che dovrebbe essere meno costoso ed è considerato di qualità inferiore.
“Stiamo testando pesce da nove anni e ogni volta che facciamo uno studio, pensiamo di non dover rilevare più problemi ma continuiamo a trovarne, e sappiamo che questa pratica illegale sta avendo un impatto negativo sui nostri oceani “, ha detto Lowell.
Alcuni dei pesci utilizzati come sostituti di specie più pregate non sono stati catturati in modo sostenibile.
“Dobbiamo fare di più per proteggere i consumatori”, ha detto Lowell.