Fedagripesca, da filiera ittica un potenziale di oltre 50mila nuovi lavoratori, ma occorre invertire trend – Meno burocrazia, risorse per svecchiare la flotta dei pescherecci, più formazione e innovazione per attrarre lavoratori e imprese. Con adeguate politiche di sviluppo e rilancio la filiera ittica potrebbero generare nei prossimi anni oltre 50 mila nuovi occupati, con più spazio per donne e giovani. A stimarlo è Fedagripesca-Confcooperative in occasione della giornata mondiale delle pesca che si celebra oggi martedì 21 novembre.
“Occorre invertire la tendenza – afferma Paolo Tiozzo, vicepresidente Fedagripesca-Confcooperative – per evitare che entro il 2033 8 pescherecci su 10 restino fermi in porto per mancanza di personale. Un settore che negli ultimi 10 anni ha registrato la fuoriuscita del 16% dei lavoratori, passando da circa 30mila imbarcati ai poco meno di 24 mila, di cui circa 19.000 a tempo pieno, facendo registrare il 16% in meno di occupati”.
Secondo Fedagripesca è importante favorire in tutti i modi, a partire dalla formazione scolastica, il coinvolgimento dei giovani nella pesca e nell’acquacoltura facendo leva sull’enorme potenzialità dell’economia blu che rappresenta circa il 9 per cento del valore aggiunto nazionale in un Paese con 7.500 km di coste e più di 600 comuni costieri.
“La filiera ittica con le sue 33.242 imprese rappresenta il 14.6% dell’economia del mare. Un euro prodotto dalla nostra filiera ne attiva 1.9 sul resto dell’economia”, conclude Tiozzo.
Fedagripesca, da filiera ittica un potenziale di oltre 50mila nuovi lavoratori, ma occorre invertire trend
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