“La pesca in Italia ha bisogno di azioni urgenti per combattere problematiche quali il bracconaggio ittico e l’utilizzo di reti illegali sottocosta”, lo ha dichiarato Francesco Ruscelli, direttore della Federazione Italiana Operatori Pesca Sportiva (FIOPS) durante l’incontro con pescatori e operatori del settore ittico che si è tenuto ieri ad Augusta.
A favore della tutela degli stock ittici dei nostri mari ha invece parlato l’ittiologo Guido Beltrami, citando come esempio da seguire il Giappone dove “i pescatori non possono pescare ciò che vogliono, ma devono intervenire in modo oculato perché sono diventati gestori dell’ambiente marino”. Beltrami si è soffermato sull’importanza economica della pesca turistica, da intendersi come volano economico per un territorio che potrebbe attrarre appassionati di pesca ricreativa da ogni parte d’Europa. A questo scopo, in Italia, dove la posidonia è stata distrutta, occorre intervenire sul ripristino dell’habitat marino, sulla regolamentazione della pesca nei porti e sulle aree marine protette.
Per la pesca nei porti, Ruscelli ha citato il rapporto di collaborazione con le capitanerie e le autorità portuali in Toscana e in Emilia, nei cui porti è possibile accedere grazie a una dichiarazione di responsabilità da parte dell’utente, che solleva gli organi pubblici in caso di incidenti occorsi durante la pesca.
Una simile eventualità non si può prevedere per il porto di Augusta, come ha ricordato il sindaco, Cettina Di Pietro, fortemente inquinato dal polo petrolchimico nella rada megarese, né è possibile prevedere la pesca nel golfo Xifonio attualmente interessato dagli scarichi delle acque reflue, finché non sarà realizzato il sospirato depuratore, atteso da un cinquantennio.
Soltanto in Italia ci sono due milioni di pescatori sportivi e ricreativi, che muovono un indotto che si aggira fra i due e i tre miliardi di euro all’anno, ma nell’Ue sono dieci volte tanto.