Ieri seconda giornata di lavoro al FAO Fish Forum 2018. Cambiamenti climatici ed effetti sugli ecosistemi e le risorse marine, il tema della giornata.
La mattinata di ieri ha inizio con il vibrante intervento del Direttore del Dipartimento Pesca ed Acquacultura, Manuel Barange che da subito sottolinea l’importanza di agire in un momento in cui l’attenzione dell’opinione pubblica è focalizzata sugli oceani e sul loro stato di salute.
Sostenibilità tra i principi cardine per il raggiungimento di un miglioramento dello stato di utilizzo delle risorse marine, come previsto dal Sustainable Development Goal 14 (Obiettivo di Sviluppo Sostenibile, 14 – Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine”). Sostenibilità con le sue tre componenti Ambiente, Società ed Economie, e con le due principali sfide associate: utilizzare evidenze scientifiche per il suo raggiungimento e non deludere le aspettative della società.
Scienza e società, le scienze naturali e le scienze sociali complici alleate per la salvaguardia delle economie su scala locale e globale e dell’ambiente marino da cui esse dipendono. Barange ricorda che con le attuali condizioni di innalzamento di temperatura (e in accordo con I modelli di previsione di incremento della temperatura su scala globale) entro il 2020 si assisterà ad un incremento della temperatura di 1.5°C condizione che spinge, e spingerà i ricercatori a lavorare per la realizzazione di strumenti ed approcci che possano suggerire misure di “adattamento” alle nuove condizioni (oltre che una diminuzione, mitigazione, delle cause alla base dei cambiamenti globali). Adattamento guidato dalle evidenze scientifiche ma verso un adeguamento (e quindi cambiamento) anche delle decisioni politiche, decisioni che dovranno essere più dinamiche in linea con quanto l’ambiente e le sue risorse richiederanno, per non incorrere in quello che tecnicamente viene chiamato “Maladaptation” non adattamento.


Una persona su dieci su scala globale dipende dalle attività di pesca o acquacoltura, il valore della biodiversità in questo settore è elevatissimo, effetti dei cambiamenti climatici sulla biodiversità delle risorse, se non correttamente fronteggiati, avranno conseguenze lungo le filiere produttive senza barriera alcuna. Come in economia, perdita e ricchezza di biodiversità non hanno frontiere ne confini.
Cambiamenti climatici e società da cui attingere per informazioni assenti dai circuiti di letteratura ufficiale, ad esempio tramite interviste con chi il mare e i suoi bisogni li vive.
Questo il caso di uno studio presentato su scala di bacino Mediterraneo (Dr. Ernesto Azzuro, ISPRA Livorno) che guarda alle traiettorie di arrivo e raccoglie segnalazioni della presenza di specie aliene parlando direttamente con i pescatori (Progetto Interreg MPA-ADAPT https://mpa-adapt.interreg-med.eu/) e i cambiamenti dello stato delle risorse, della loro disponibilità e distribuzione, dovuti ai mutamenti climatici come quelli osservati per le acciughe del Canale di Sicilia, e presentati dal gruppo di ricerca del Laboratorio di Ecologia dell’Università degli Studi di Palermo (Dipartimento di Scienze della Terra e del Mare, Progetto Interreg HARMONY http://www.harmony-italiamalta.eu/index.html).
Un ricco evento quello del FAO Fish Forum in cui il GFCM è davvero riuscito a portare scienza, mare e persone che oggi si incontrano per un’intera sessione giornaliera dedicata all’analisi economica e le tecnologie per il benessere delle società.