Un gruppo di cittadini europei sta raccogliendo firme per chiedere di estendere il regolamento “Fins Naturally Attached” all’esportazione, all’importazione e al transito in tutta l’Unione Europea di squali e razze. Ogni anno si stima che a livello globale vengano uccisi circa 100 milioni di squali, un dato probabilmente al ribasso che non tiene conto dei numerosi casi di pesca illegale non denunciati in tutto il mondo. Uno studio su Nature pubblicato a fine gennaio del 2021 ha richiamato l’attenzione sul rischio di estinzione di squali e razze. Dal 1970 la presenza di squali oceanici e razze a livello globale è diminuita del 71%. Tre quarti delle specie che compongono questo ecosistema è a rischio estinzione. Squali e razze appartengono ad un grande gruppo denominato condroitti che si è evoluto più di 400 anni fa. Sono in pericolo principalmente per la crescita esponenziale dell’attività legata alla pesca non sostenibile e non tracciata. Lo studio ha incrociato i dati del Living Planet Index, una misura dei cambiamenti legati alla fauna e dal Red List Index.
Un trend insostenibile per l’equilibrio dell’ecosistema marino, che però non è certo una novità. Negli ultimi 50 anni il numero degli squali e delle razze oceaniche è diminuito del 70% e in alcuni casi, come per l’Oceano Indiano, questo dato aumenta fino all’84,7%. Lo studio non lascia spazio a interpretazioni. Numerosi sono i danni causate da reti a strascico o da palangari di superficie. Gli squali sono stati e sono tuttora, nonostante il declino, ricercati per la loro carne, per le pinne, considerate una prelibatezza in alcuni contesti culturali e sociale, per l’olio di fegato e le placche branchiali usate nella medicina tradizionale cinese senza alcuna prova della loro efficacia. Il commercio delle loro pinne rappresenta un mercato estremamente redditizio e si traduce spesso nello shark finning, una pratica che comporta il taglio delle pinne mentre l’animale è ancora in vita.
Lo squalo viene quindi ributtato in acqua, andando incontro ad una morte terribile per soffocamento e dissanguamento.
Anche i pescatori italiani si stanno muovendo in difesa delle specie presenti e nel Mediterraneo.
Per aumentare il coinvolgimento dei pescatori e di tutti gli appassionati del mare e amplificare la sensibilizzazione sui rischi che minacciano squali e razze, Legambiente ha dato vita al contest fotografico di Elife, che raccoglierà le foto inviate da operatori del mondo della pesca professionale e ricreativa, subacquei, studiosi, ricercatori, amanti del mare, appassionati di fotografia in generale, che sono invitati a presentare al massimo tre foto per documentare e raccontare la presenza delle specie nel Mar Mediterraneo