La sicurezza alimentare, i cambiamenti climatici e le loro interazioni complesse e incerte sono una grande sfida per la società.
Le valutazioni globali dei cambiamenti previsti nella resa delle colture nell’ambito dei cambiamenti climatici, combinati con le dinamiche del commercio internazionale, suggeriscono che cresceranno le disparità tra le nazioni nella produzione e la disponibilità di cibo.
I cambiamenti climatici hanno già influito sulla produttività. Ad esempio, i fattori legati al clima hanno causato una diminuzione della produzione globale di mais e grano rispettivamente del 3,8% e del 5,5% tra il 1980 e il 2008. Ma, lo studio, pubblicato su Science, indica anche un calo del 4,1% tra il 1930 e il 2010 nella produttività globale della pesca marittima, con perdite fino al 35% per alcune delle più grandi regioni produttrici di pesce.
Secondo lo studio, a causa del calo delle temperature dell’acqua, le marinerie del Mar del Giappone e quelle del Mare del Nord, sono quelle che hanno visto il più pesante crollo degli stock ittici. Di contro altre marinerie hanno beneficiato del riscaldamento delle acque, fattore che ha causato un maggior popolamento ittico, ma si tratterebbe di un beneficio temporaneo dal momento che anche li l’ecosistema subirà drastici cambiamenti.
Secondo gli autori dello studio, Chris Free della UC Santa Barbara ne è l’autore principale, il nuovo scenario potrebbe creare competizioni e scontri tra i Paesi per assicurarsi le risorse.