Un nuovo documento redatto da Daniel Pauly sostiene che i dati relativi alle catture globali riportati dalla Food and Agriculture Organisation (FAO), non siano corretti e dovrebbero infatti registrare valori inferiori. La causa di questa inesattezza risiederebbe nella pesca eccessiva. Gli scienziati di tutto il mondo non hanno esitato a criticare questo studio finanziato dalla ONG, sostenendo che non riporta informazioni esaustive sullo stato degli stock ittici e circa la necessità di ulteriori provvedimenti per la loro gestione. Gli scienziati hanno sottolineato che è fuorviante usare i dati di cattura come unità di misura dello stato di uno stock. Per esempio, il fatto che non vengano registrati sbarchi di merluzzo nel nord dell’Atlantico non significa che non vi sia presenza di stock di merluzzo nelle acque del mondo. Queste distinzioni non sono riportate nel report della FAO. Inoltre, la pesca europea fornisce dati più dettagliati relativi alle catture rispetto alle altre regioni ed è quindi difficile fornire un quadro accurato a livello mondiale. Gli scienziati hanno anche manifestato notevoli dubbi riguardo all’autenticità dei dati relativi al calo delle catture. Anche se così fosse, non vi sarebbe alcuna prova che il calo sia il risultato della pesca eccessiva e potrebbe facilmente essere ricondotto ad una più rigida gestione degli stock. Ad esempio, il picco delle catture industriali alla fine del 1990 coincide con il ristabilimento di molti stock, fattore che avrebbe comportato una riduzione dello sforzo della pesca e quindi una riduzione delle catture. Il Presidente di Europêche, Javier Garat, ha dichiarato: “La FAO comunica che la cattura globale di pesce è fortemente influenzata dalla variabilità di cattura di una singola specie, ad esempio, le catture di Anchoveta Peruviana (conosciuta in Italia col nome di Acciuga Cilena) sono fortemente influenzate da fattori ambientali, come El Niño. La FAO raccomanda da molti anni che le catture di Anchoveta dovrebbero essere escluse dalle analisi globali. Quando le catture di questa specie sono state escluse, il totale delle catture globali di pesci marini è rimasto relativamente stabile nel corso degli ultimi 25 anni. Le implicazioni per gli stock globali sono quindi poco valide perché fluttuazioni nella cattura di specie come questa, potrebbero riportare tendenze non rappresentative.” Gli scienziati hanno anche indicato che i dati parziali relativi alla sola cattura non possono essere integrati con i dati più dettagliati. La relazione evidenzia un paradosso: le abbondanti catture sono causate della pesca eccessiva e allo stesso tempo anche le catture scarse sono causate della pesca eccessiva. In ogni caso, abbondanti catture potrebbero semplicemente essere il risultato di una pesca più produttiva. La FAO stessa ha espresso preoccupazione per la metodologia usata degli autori. In particolare mettono in evidenza come il presunto declino riportato nello studio sia dovuto al fatto che gli autori hanno scelto l’anno più produttivo (1996) e l’anno meno produttivo dal 1991 (2010). La scelta di altri anni avrebbe mostrato andamenti diversi. Ad esempio, nel 2006-2013 l’andamento delle catture di pesce a livello mondiale è stato positivo. Garat continua: “Certo, i dati globali della pesca sono sempre interessanti, ma certamente non ci dicono nulla di utile su quanto sta accadendo a livello regionale o locale. Le variazioni degli stock globali sono anch’ esse interessanti, ma non ci dicono che cosa stia accadendo nei singoli paesi. Immaginate se un singolo paese cercasse di basare le proprie politiche interne sulle tendenze degli stock mondiali. “
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