I lavoratori del settore ittico maggiormente a rischio COVID-19 – L’Università del New Hampshire ha condotto uno studio che dimostra come chi è impiegato come lavoratore nell’industria ittica abbia il doppio delle probabilità di contrarre il COVID-19.
Lo studio infatti ha scoperto che in media, il numero di lavoratori del comparto ittico risultati positivi al COVID-19 in tempo di pandemia (ogni 1.000 lavoratori) era più del doppio di quella relative ad altre industrie alimentari.
Lo stesso studio ha evidenziato, infatti, che nel settore ittico su 1.000 lavoratori il numero di positivi erano circa 65. Il dato è effettivamente è quasi il doppio rispetto ai 31 casi ogni 1.000 lavoratori rilevati nell’industria alimentare in generale.
Ma nel settore ittico l’emergenza pandemica ha avuto altre conseguenze dirette sul settore ittico. Il distanziamento sociale imposto per limitare i contagi ha infatti inciso sulle dimensioni degli equipaggi sui pescherecci, costringendo a turni di lavoro più lunghi e faticosi con meno attenzioni alla sicurezza sul lavoro a causa delle poche risorse in merito da investire in quel preciso momento storico.
Ma la cartina geografica degli Stati Uniti non ha mostrato risultati omogenei in tutto il paese. In Alaska, infatti, le possibilità di contrarre il COVID erano superiori, a causa dell’industria di trasformazione e con la maggior parte degli impianti che assumono come operai migranti. Inoltre, sempre rispetto ad altri stati, l’Alaska non ha messo in atto parecchie restrizioni legate al distanziamento sociale e ha registrato bassi tassi di vaccinazioni dall’autunno 2021.
Al contrario, la città più virtuosa in termini di contagi è stata New Bedford, Massachusetts. La città portuale e lo stato hanno attuato preventivamente misure preventive per tutelare i lavoratori dal COVID-19.
In generale, lo studio ha dimostrato che chi lavorava nel settore della trasformazione ittica aveva maggiori possibilità di contrarre il COVID-19, in relazione alla maggiore quantità di lavoratori impiegati nelle strutture di lavorazione.
I lavoratori del settore ittico maggiormente a rischio COVID-19