Lo scorso 22 gennaio ha avuto luogo presso il Parlamento europeo il seminario ‘Can Fisheries and Offshore Wind Farms Coexist?’ (Possono coesistere la pesca e le centrali eoliche offshore?), ospitato dall’eurodeputato Peter van Dalen, vicepresidente della commissione per la pesca.
L’evento ha registrato un’ampia partecipazione di parti interessate, tra cui scienziati, rappresentanti dell’industria eolica, ONG, legislatori e pescatori su piccola scala provenienti da Belgio, Francia, Germania, Paesi Bassi e Portogallo le cui attività sono esposte ai rischi dei parchi eolici offshore esistenti o in fase di pianificazione. Questi pescatori dell’Ue, che rappresentano piccole e medie imprese a conduzione familiare, hanno condiviso le loro esperienze e preoccupazioni sulla crescente concorrenza nello spazio marittimo che sta portando alla perdita di preziose zone di pesca e all’accesso a stock sani.
L’investimento fatto negli ultimi decenni per rendere le operazioni di pesca socialmente, economicamente ed ecologicamente sostenibili ha visto una forte partecipazione da parte dell’Unione europea. E proprio i pescatori dell’Ue avvertono che il raggiungimento di questo obiettivo e gli sforzi a lungo termine delle attività di pesca coinvolte sono ora minacciati direttamente e, in alcuni casi, già danneggiati dallo sviluppo incontrollato della capacità eolica offshore. In particolare, le attività di pesca sostenibili richiedono spazio, così come lo sviluppo e il funzionamento di parchi eolici offshore.
L’Ue ha adottato nel 2014 una direttiva per la pianificazione dello spazio marittimo e costiero che esorta gli Stati membri a garantire che le attività umane in mare si svolgano in modo efficiente, sicuro e sostenibile e riducano i conflitti degli utenti. Tuttavia, gli obiettivi di mitigazione del clima sono vasti, con l’accordo di Parigi dell’Ue determinato a livello nazionale per ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 40% entro il 2030 rispetto al 1990. A tal fine, alcuni paesi stanno spingendo per aumentare entro il 2030 di 40 volte l’energia eolica offshore in Europa.
Pertanto, l’interrogativo “Possono coesistere la pesca e i parchi eolici?” è una domanda pertinente ma complessa che diventerà più urgente nel prossimo futuro.
Intanto i pescatori dell’Ue hanno invitato il Parlamento europeo a sostenere la loro richiesta di congelamento sullo sviluppo della capacità del parco eolico offshore e di impedirne l’estensione in nuove aree, in particolare nelle zone di pesca gestite in modo sostenibile.