I pescatori italiani sono sotto attacco. A lanciare l’allarme è Angelo Natarelli ideatore e fondatore di Pescatori A Tavola e del movimento nazionale denominato U. P. I. Unione Pescatori Italiani. Angelo è da sempre in prima linea per la valorizzazione del pescato fresco italiano e, secondo lui è proprio il pescato fresco insieme al settore pesca ad essere sotto attacco dalle lobby che attualmente stanno svuotando gli oceani.
“Negli ultimi anni abbiamo imparato a conoscere la globalizzazione direttamente sulla nostra pelle, ma mai credevamo che si arrivasse a tal punto”, ha detto Natarelli.
“Al settore, non solo sono state imposte regole che rendono la pesca professionale totalmente illegale, ma adesso stiamo superando ogni limite, perché c’è una tolleranza zero nei confronti dei nostri Pescatori.
Una tolleranza che arriva da lontano, di preciso dai paesi del nord Europa e non solo, perché sono proprio quest’ultimi che trovano sempre più interessi ad aumentare le loro vendite sui mercati italiani.
In pochi sanno che i mercati italiani sono i più ricchi per quanto riguarda il prodotti alimentari, con oltre 7000 km di costa e con una delle più grandi tradizioni culinarie del pianeta, l’Italia è praticamente invasa dai ristoranti a base di pesce e questo è uno dei principali motivi per cui siamo stati presi totalmente d’assalto dai prodotti esteri e tra questi ovviamente emerge il più redditizio, cioè il pesce.
Il mandante dell’attacco è sempre lo stesso: la globalizzazione ma, l’attacco sta arrivando da più fronti, come la cattiva pubblicità sui pescatori che oramai sono classificati come i criminali del mare, come la mancata valorizzazione del Made in Italy che favoreggia e incrementa sempre di più la vendita di pesce di scarsa qualità, come la grande distribuzione che oramai ha tolto il mercato a tutte le piccole e medie imprese e in ultimo la più pesante, le impossibili leggi imposte ai nostri pescatori.
Non è possibile imporre le leggi studiate per i grandi mari all’interno del Mediterraneo. In Italia abbiamo una riproduzione di pesce totalmente differente da quella oceanica, come sono totalmente differenti le varie pezzature delle specie ittiche, ma la colpa è anche nostra perché siamo una categoria disunita e pensiamo solo ed esclusivamente agli interessi personali, senza capire che il più grande interesse personale è proprio l’unione di tutte le marinerie.
Praticamente sarà molto difficile trovare una via di salvezza, il settore è seriamente in pericolo e a farne le spese, saranno solo ed esclusivamente i pescatori italiani”, ha concluso Angelo Natarelli.