La partecipazione alla Seconda Conferenza Mondiale della Dieta Mediterranea, prima di ogni cosa, rappresenta un’opportunità per accogliere in Sicilia un evento di elevata rilevanza che, indirettamente e direttamente, potrà dare risalto alle produzioni agroalimentari locali e quindi anche ai prodotti ittici.
Alla Sicilia è stato infatti riconosciuto un ruolo fondamentale per la valorizzazione e rivitalizzazione dei modelli alimentari sostenibili, grazie al quale si dovrà dare nuovo impulso alle esigenze ambientali e socioeconomiche che caratterizzano le regioni prospicienti il mar Mediterraneo, l’Africa settentrionale e, finanche, quella sub-sahariana, le cui produzioni alimentari sono affini ai modelli alimentari più sostenibili quale è quello della dieta mediterranea.
L’intervento del Dipartimento della Pesca Mediterranea della Regione Siciliana mira a dare agli alimenti ottenuti con sistemi produttivi altamente sostenibili una funzione significativa per migliorare le condizioni di immissione dei prodotti ittici sul mercato, ricercare nuovi consumatori e quindi determinare l’aumento dei prezzi incrementandone il valore per contribuire a migliorare le condizioni di vita degli operatori. Per realizzare tali propositi, si promuoveranno sistemi di pesca più selettivi e il consumo di specie ittiche neglette, ma eduli, ad alto contenuto nutrizionale.
Il clima che finora ha caratterizzato la Sicilia ha creato una delle più importanti aree di variabilità biologica sia in terra che in mare. La Regione esprime infatti una sua precisa identità e custodisce tutt’oggi un vasto patrimonio culturale materiale e immateriale che può continuare a rappresentare un modello di riferimento per il mantenimento della dieta mediterranea, nonostante sia costantemente insidiato da stili di vita sempre meno sani, poco equilibrati, meno sostenibili e non sempre rispettosi della biodiversità e della sostenibilità socioeconomica.
La partecipazione del Dipartimento al coordinamento tecnico della 2a Conferenza Mondiale della Dieta Mediterranea offre la possibilità di promuovere i prodotti ittici e, in generale, l’agroalimentare siciliano riscattandone il ruolo riconosciuto dall’Unesco alle cosiddette comunità “simbolo” di Italia, Grecia, Portogallo, Spagna, Croazia, Cipro e Marocco. Un patrimonio culturale rappresentato non solo dal loro patrimonio artistico, ma anche dalle tradizioni, dalle manifestazioni, dagli usi e costumi tramandati di generazione in generazione e che contribuiscono a definirne le identità culturali. In tal senso, la dieta mediterranea è considerata uno dei patrimoni immateriali, o intangibili, dell’umanità, una sorta di patrimonio vivente che include l’alimentazione, ma anche la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali, dei riti, delle tecniche e dei mestieri collegati alla pesca e all’agricoltura delle comunità del Mediterraneo.
Palermo e la Sicilia, dopo il Cilento e alcuni dei comuni costieri dell’omonimo Parco Nazionale, tra i quali Pioppi, Acciaroli, Pollica, San Mauro, Castellabate, Agnone e Velia, nonché, la città di Soria (Spagna), la località di Koroni (Peloponneso, Grecia), la città fortezza di Chefchaouen (Marocco), il villaggio di Agros (Cipro), la cittadina moresca di Tavira (Portogallo), le isole di Brač e Hvar (Croazia), possono diventare il centro geografico e culturale per rivitalizzare il regime alimentare basato sulla frutta, la verdura, l’olio extravergine d’oliva, i legumi, la pasta e, appunto, il pesce.
- OBIETTIVI
La 2a Conferenza Mondiale della Dieta Mediterranea ha l’obiettivo di individuare le strategie per valorizzare dei modelli alimentari sostenibili favorendo lo sviluppo economico delle comunità più marginalizzate dagli attuali e dominanti processi economici globali, proteggere l’ambiente promuovendo il consumo di alimenti poco trasformati al fine di ottenere benefici ambientali, sociali ed economici.
La mission del Dipartimento della Pesca Mediterranea della Regione Siciliana, ovvero, l’insieme degli obiettivi di medio-lungo termine, oltre al miglioramento del reddito dell’impresa della pesca e dell’acquacoltura e di tutti gli operatori che vi lavorano è quella di:
– Sostenere le imprese della pesca, dell’acquacoltura e della trasformazione mediante azioni di valorizzazione commerciale delle produzioni, finalizzate a creare una nuova domanda e ricercare nuovi mercati per mezzo della rivitalizzazione della dieta mediterranea;
– Salvaguardare gli equilibri ambientali e l’ittiofauna locale spostando le cattura verso talune specie ittiche attualmente di minore interesse economico, ecologicamente utili con potenzialità di mercato;
– Favorire l’ammodernamento e l’innovazione tecnologica delle imprese della pesca, dell’acquacoltura e della trasformazione ittica attraverso introduzione di modelli altamente sostenibili basati sulla cosiddetta green e blu economy;
– Diffondere i contenuti della Politica Comune della Pesca (PCP) e delle norme multilivello da essa discendenti.
Gli aspetti culturali legati alla dieta mediterranea, ai prodotti del mare e alle acque interne rappresentano inoltre gli elementi di una narrazione per uno sviluppo turistico che coinvolga le imprese verso itinerari associati a tale modello alimentare.
Il progetto “Sicilia Seafood”, strettamente connesso a quello del cosiddetto “Turismo Azzurro”, sono gli strumenti messi in moto dal Dipartimento per promuovere la cultura per il mare e per l’ambiente come propulsori di una diversa fruizione delle risorse naturali capace di stimolare una domanda di turismo interessato alla storia, all’ecologia, all’antropologia, eccetera. Un turismo generatore di una domanda di prodotti ittici ottenuti con processi ad alta sostenibilità ambientale pescati, ma anche allevati.
Non è meno importante, infatti, il settore acquicolo che si proietta nel futuro come una delle principali fonti alimentari sostenibili e perfettamente rispondenti ai canoni del presente progetto.
La Conferenza ha anche una rilevante valenza per la crescita della domanda interna di prodotti ittici determinando un potenziale aumento dei prezzi di mercato.
Il programma si propone di promuovere modelli alimentari sostenibili, il dialogo tra popoli più abbienti e quelli meno abbienti delle realtà geografiche prevalentemente impegnate nelle produzioni agricole a basso valore aggiunto, un miglioramento dello stato di salute della popolazione più opulenta, quindi lo sviluppo di nuove forme di business dei settori agricoli e agroalimentari, compresi, la pesca e l’acquacoltura, la ristorazione e il turismo.
- STRATEGIE E FINALITÀ
Le strategie che il Dipartimento della Pesca Mediterranea della Regione Siciliana propone di realizzare nell’ambito della 2a Conferenza Mondiale della Dieta Mediterranea fa riferimento agli obiettivi descritti nel paragrafo 2.
Le finalità o strategie mirano quindi al sostegno delle imprese del settore ittico, alla salvaguardia degli equilibri ambientali e dell’ittiofauna e all’ammodernamento delle aziende ittiche con l’innovazione tecnologica basata sulla green e blu economy, per determinare benefici ambientali, sociali ed economici di cui ha bisogno l’intero settore dei prodotti ittici.
Le strategie proposte si possono cosi declinare:
- a) BENEFICI AMBIENTALI
Razionale impiego delle risorse ittiche. Sostenere il consumo di specie ittiche i cui stock non siano sovrasfruttati favorendo l’uso di sistemi a basso impatto ambientale anche in termini di basso consumo di energia fossile. E, nel caso dei prodotti allevati, sostituire metodi di produzione a elevata impronte ecologica, basata su mangimi ad alta componente vegetale e senza antibiotici, con i sistemi ecocompatibili con basso utilizzo di mezzi tecnici
Stagionalità dei consumi. Promuovere il consumo di specie ittiche nel rispetto delle stagioni e dei relativi aspetti sinecologici, ovvero, delle relazioni tra gli organismi, le loro interazioni e interdipendenza. La stagionalità può infatti ridurre gli impatti ambientali, in special modo se accompagnata dal consumo di prodotti freschi e a miglio zero (food miles).
Biodiversità. Salvaguardare le specie ittiche più sfruttate con il consumo di quelle a ciclo biologico breve e, in particolare, quelle cosiddette neglette, catturale con sistemi a basso impatto ambientale e limitare il consumo di pesci, molluschi e crostacei demersali e pelagiche pescati con il sistema dello strascico o con il sistema delle volanti.
- b) BENEFICI SOCIALI
Cooperazione e inclusione. Sostenere i modelli alimentari sostenibili per promuove direttamente il consumo di prodotti poco trasformati, includendo quelle realtà economiche marginalizzate per i limiti politici e sociali.
Aspetti identitari. La dieta mediterranea come leva per spostare i consumi e per una produzione sostenibile e sana, non è solo un modello alimentare ma un patrimonio culturale rappresentato dalle tradizioni, dalle manifestazioni, dagli usi e costumi che contribuiscono a definirne le identità, motivi per i quali è stata riconosciuta dall’Unesco patrimonio immateriali, o intangibile, dell’umanità che oltre all’alimentazione include anche la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali, dei riti, delle tecniche e dei mestieri collegati alla pesca delle comunità del Mediterraneo.
Aspetti salutistici. L’affermazione dei sistemi alimentari sostenibili basati su scelte più consapevoli e migliori stili di vita possono prevenire lo sviluppo di disturbi metabolici correlati a un insieme di fattori di rischio (sovrappeso e obesità), dalle quali dipende l’incidenza di infarto, ictus, diabete, ma anche l’ipercolesterolemia, l’ipertrigliceridemia, l’ipertensione, la sindrome metabolica, le patologie epatiche, renali e dermatologiche, la cefalea, l’emicrania, le allergie e la cellulite. Il consumo di prodotti ittici può rappresentare una classe di alimenti da tenere in grande considerazione per il valore funzionale degli aminoacidi e acidi grassi che contengono.
- c) BENEFICI ECONOMICI
Valorizzazione commerciale dei prodotti ittici. La riduzione delle possibilità di pesca dovute al calo delle catture delle principali specie bersaglio può essere limitato dallo spostamento degli obiettivi verso prodotti ittici attualmente meno ricercati dal consumatore. Promuovere il consumo delle specie ittiche neglette e dei prodotti dell’acquacoltura può creare una nuova domanda e ricercare nuovi mercati proprio attraverso la rivitalizzazione della dieta mediterranea.
Valorizzazione territori. La diffusione del modello alimentare mediterraneo valorizzerebbe l’offerta agro-eno-gastronomica dei territori, contribuendo alla destagionalizzazione dell’offerta turistica correlata alla stagionalità e al collaterale sviluppo di nuove attività imprenditoriali.
Riduzione della spesa sanitaria. La diffusione di sani modelli alimentari può migliorare lo stato di salute generale della popolazione, che si tradurrebbe in una diminuzione della spesa sanitaria nazionale. Per questo motivo il Coordinamento tecnico-scientifico della 2a Conferenza Mondiale della Dieta Mediterranea collabora anche il Dipartimento regionale per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico dell’Assessorato della Salute.