Il fast food ittico va diffondendosi con l’emergenza sanitaria. Ordinazioni attraverso Glovo e diretta sui canali social Facebook e Instagram, con una room dedicata su Clubhouse, perché in tempi di pandemia bisogna fare di necessità virtù. Ma i sapori sono rigorosamente reali. Da Napoli e dalla Campania emergono nuove iniziative che meritano la dovuta attenzione, proposte che riescono a coniugare il fast food del pesce con la qualità dei sapori del mare. Il 25 febbraio ha aperto a Napoli, in piazza Vittoria 6, il primo punto vendita di “Pescaria”, il fast food pugliese celebre per i panini di pesce.
Quello di Napoli è il settimo punto vendita fast food (Pescaria aveva aperto a settembre 2020 a Roma e Bologna ed è presente anche a Torino e Milano): la filosofia resta quella che ispirò nel 2015 il primo store, inaugurato nel 2015 a Polignano a Mare grazie a Bartolo L’Abbate, lo storico commerciante ittico che ha trasformato la sua passione per il mare in una scelta di vita, all’estro dello chef Lucio Mele (Bib Gourmand nel 2012 a soli 32 anni) e al lavoro creativo dell’agenzia di marketing Brainpull guidata da Domingo Iudice (co-fondatore di Pescaria, tra i 100 direttori marketing italiani di successo secondo Forbes).
Da lì, il format ha conquistato Milano e Torino, Roma e Bologna. Pescaria ha potenziato le campagne digital a supporto del servizio delivery a Milano e Torino, una piattaforma autonoma di prenotazione di pranzi e cene a domicilio. Inoltre, lo sguardo all’ambiente è fondamentale: sin da dicembre 2018 Pescaria ha scelto di rinunciare alla plastica monouso risparmiando sette tonnellate di plastica al mese per punto vendita. Al posto della plastica posate e bicchieri in PLA, materiale derivato dal mais perfettamente simile alla plastica ma in tutto e per tutto biodegradabile e compostabile. E ancora: l’ottimizzazione di logistica e magazzini porta a un tasso di spreco alimentare inferiore al 5%.