Qual è lo stato di salute delle realtà da voi rappresentate?
L’emergenza ha messo in ginocchio il Paese e quindi anche tutto il comparto produttivo agroalimentare che, nonostante il costante e silenzioso lavoro teso ad assicurare alle famiglie italiane la necessaria fornitura di prodotti alimentari, ha visto un notevole decremento dei consumi di prodotti ittici. Come noto il consumo dei prodotti ittici avviene “fuori casa”, quindi, la chiusura della ristorazione e di tutte le attività ad essa connessa ha determinato una considerevole diminuzione dei consumi. Nonostante da alcuni anni il consumatore italiano risulti sempre più attento ad un’alimentazione equilibrata preferendo una dieta ricca di prodotti ittici, le difficoltà scaturite dall’emergenza, in particolar modo per l’organizzazione della spesa, hanno determinato un rallentamento degli acquisti dei prodotti ittici.
Le difficoltà connesse alla “spesa in ambito domestico” e, soprattutto, la chiusura della ristorazione hanno determinato un calo dei consumi che si attesa tra il 45% al 70% a secondo delle tipologie di prodotto. Indubbiamente la contrazione è stata più importante per i prodotti ittici freschi e minore per i prodotti congelati/surgelati e trasformati. Le aziende aderenti ad Assoittica Italia, che nella maggior parte di casi arrivano al consumatore finale, direttamente sul banco vendita, sullo scaffale o nel reparto congelato, attraverso il confezionamento e l’etichettatura dei prodotti hanno evidenziato un crescente interesse dei consumatori verso i prodotti ittici, probabilmente in ragione di un ritrovato interesse per il mangiar sano. Proprio per queste ragioni è stato predisposto o ampliato, da molte aziende del comparto, il servizio di consegna a domicilio che in particolar modo ha ovviato ai problemi di trasporto a casa di prodotti da conservare in frigo opporre in freezer ed ha fornito la possibilità di una migliore scelta dei prodotti da casa.
Per le aziende del comporto commercializzazione, distribuzione e lavorazione dei prodotti ittici si aggiungono, poi, alla contrazione dei consumi, le ripercussioni dell’emergenza legate alla gestione aziendale in ragione degli investimenti effettuati in termini di attrezzature e di risorse umane. Per un rapido calcolo, esclusivamente limitato a sole due voci della gestione aziendale, basti pensare che tra addetti agli acquisti e vendita, preposti al controllo qualità e responsabili di stabilimento un’azienda medio-piccola annovera almeno dieci unità mentre la bolletta elettrica delle celle frigo ammonta a “diverse decine di migliaia di euro” al mese.
Quali stime siete in grado di fare oggi circa le aziende che resisteranno alla crisi?
È realmente difficile fare delle stime in quanto risulta difficile comprendere l’andamento dell’emergenza ma sarà necessario modificare il sistema produttivo italiano in ragione del mutato stile di vita che, da subito, ha interessato il consumatore. Proprio questo aspetto spinge le aziende del comparto ittico a potenziare gli investimenti in innovazione di prodotto al fine di garantire un prodotto sano, sicuro e di qualità. Queste attività, però, potranno realizzarsi solo attraverso l’indispensabile supporto di tutte le Istituzioni del Paese Italia altrimenti alla chiusura delle aziende che non riusciranno a superare il primo impatto della crisi si aggiungerà la chiusura di tutte quelle altre aziende che hanno investito tanto nella filiera ittica negli ultimi anni non potendo immaginare una pandemia inimmaginabile.
Pesce fresco nei locali in riva al mare, sagre e turismo gastronomico. Per la stagione in vista, il ridimensionamento dell’afflusso turistico ricadrà sul settore, come vi state preparando all’impatto?
La stagione turistica è ormai compromessa anche perché, diversamente dagli altri paesi, in Italia inizia già da aprile. Il periodo estivo comunque rappresenta il momento migliore per consumare i prodotti ittici, pertanto, si sta potenziando l’offerta dei prodotti ittici lungo i canali tradizionali di commercializzazione e si stanno predisponendo iniziative di sensibilizzazione per un consumo consapevole testo ad incentivare l’utilizzo delle numerosissime specie ittiche presenti in commercio, che il consumatore spesso non conosce. Si stanno predisponendo, inoltre, innovativi sistemi di comunicazione rivolti al consumatore finale per incrementare il grado di conoscenza dei prodotti ittici. Queste iniziative scaturisco, anche, dalla necessità di assicurare il consumo di prodotti ittici almeno 2-3 volte e fino a 4 volte a settimana al fine di garantire una sana alimentazione. È proprio a tal proposito che risulta indispensabile il coinvolgimento delle istituzioni preposte che attraverso un sostanziale supporto potranno incentivare queste iniziative.
Lo Stato e l’Ue come intervengono in aiuto della categoria?
Il settore ittico necessità di interventi “oltre lo straordinario”. Il Governo ha predisposto alcuni interventi tra i quali la “casa integrazione” e le misure previste dal “Cura Italia” mentre l’UE ha rimodulato le risorse di diversi Fondi Strutturali tra cui il FEAMP e snellito le procedure di finanziamento ma, al momento, le misure non sono proporzionali al reale impatto che l’emergenza ha provocato sulle aziende del comparto ittico. Per le aziende del comparto è in atto un’emorragia che oltre a dover essere tamponata dovrà vedere forme per il risanamento e la messa in sicurezza di tutte le attività colpite. Si confida, con notevoli aspettative, nei prossimi provvedimenti governativi che dovranno supportare il sistema produttivo nazionale che, così come per l’intero comparto agroalimentare, risulta indispensabile perché nutrire il cittadino e l’economia del Paese.
Quando e come sarà possibile uscire dalla crisi?
Dal punto di vista epidemiologico è difficile effettuare delle proiezioni anche se il dato incoraggiante riguarda il globale lavoro degli scienziati che, senza sosta, stanno lavorando per cercare gli strumenti adatti atti a fronteggiare l’emergenza. Per essere ottimisti bisogna pensare che più passano i giorni e meglio si comprende il “nemico” e, pertanto, sarà più semplice difendersi. Per uscire dalla crisi e mettere alla porta l’emergenza sarà necessaria la collaborazione di tutti gli attori della filiera ittica dalla produzione primari alla distribuzione, passando per la lavorazione e la vendita al dettaglio, incentivando nuovi sistemi di produzione e commercializzazioni dei prodotti ittici, potenziando la valorizzazione e la comunicazione lungo tutta la filiera ittica e coinvolgendo direttamente il cittadino/consumatore che, da un lato, dovrà rispettare le regole per gestire la pandemia e dall’altro dovrà incrementare, sempre più, il consumo di prodotti ittici per assicurarsi un ottimale stato fisico che, così come ormai riconosciuto dalla letteratura scientifica mondiale, si può raggiungere con un’alimentazione ricca di prodotti ittici.
Giuseppe Palma è Segretario Generale Assoittica Italia – Associazione Nazionale delle Aziende Ittiche
Presidente OI Filiera Ittica – Organizzazione Interprofessionale della Filiera Pesca ed Acquacoltura in Italia