La Cina intensificherà l’applicazione della legge nel Mar Cinese del Sud per evitare le attività di pesca illegali e riabilitare le risorse marine durante l’imminente divieto di stagione.
Zhao Xingwu, capo dell’Ufficio della Pesca del Ministero dell’Agricoltura, ha detto a margine di una conferenza stampa che l’applicazione sarà condotta congiuntamente dalla guardia costiera cinese e gli uffici della pesca locale.
“Dovremo sicuramente accelerare l’applicazione della legge nel Mar Cinese del Sud per migliorare la regolamentazione dei nostri pescherecci. Nel frattempo, sarà anche intensificata la regolamentazione per le navi straniere”, ha detto.
Dal 1999, la Cina ha imposto un divieto di pesca annuale in alcune parti del Mar Cinese Meridionale tra il 16 maggio e 1 agosto allo scopo di proteggere le risorse marine in una zona sotto la sua giurisdizione.
Il divieto si estende su zone a nord del 12 ° parallelo, tra cui Huangyan Island ma escludendo la maggior parte delle Nansha Islands.
Nel Mar Bohai, Mar Giallo e del Mar Cinese Orientale, il divieto di pesca cade tra il 1 giugno e il 1 settembre.
Yu Xinrong, vice-ministro dell’agricoltura, ha riferito che il ministero lancerà una linea guida per la gestione del modello di crescita e per adeguare la struttura del settore della pesca, con la priorità di promuovere e proteggere le risorse ittiche.
Yu ha ha parlato del tentativo di ridurre la capacità di pesca del paese e incoraggiando un maggior numero di pescatori a ridurre il numero dei pescherecci e passare ad altri mestieri.
Le autorità nazionali hanno finora sequestrato circa 600.000 pezzi di attrezzi da pesca che violano i regolamenti, e vietato l’uso di 16.000 imbarcazioni senza licenza. Le acque territoriali della Cina sono state a lungo turbate dalla pesca eccessiva. Secondo un rapporto Economic Daily, circa 8-9 milioni di tonnellate di pesce possono essere raccolte legalmente in acque territoriali della Cina ogni anno, ma la quantità effettiva raggiunge i 13 milioni di tonnellate. Lo stesso rapporto evidenzia che la pesca eccessiva ha comportato la distruzione dei siti di riproduzione di alcune specie, riducendo le scorte nelle zone costiere della Cina, così come ha portato a una recessione prolungata nel settore, in particolare nel Mar Cinese orientale.