Lo di sbiancamento dei coralli a livello mondiale, reso più intenso da El Nino, sta per ripercuotersi fortemente con pesanti ripercussioni sulla Grande barriera corallina australiana, in particolare a Nord intorno a Lazard Island. Tale condizione si realizza a causa del surriscaldamento globale delle acque che spinge i coralli ad espellere un’alga fondamentale per il loro nutrimento (che dà loro colore) provocandone anche la morte. L’allarme è lanciato dagli scienziati australiani che studiano la Grande barriera alla luce delle nuove previsioni dell’Amministrazione nazionale oceanica ed atmosferica (Noaa) degli Stati Uniti, per cui è alle porte un peggioramento del fenomeno di sbiancamento nelle prossime quattro settimane. Lo sbiancamento sta provocando danni peggiori del previsto in alcuni punti chiave della Barriera, in particolare nella parte settentrionale. Russell Reichelt, presidente della Great Barrier Reef Marine Park Authority sostiene che tale dissesto “è il risultato delle temperature della superficie del mare schizzate fino a 33 gradi nel mese di febbraio”. Terry Hughes, della National Coral Taskforce, annuncia che questa settimana comincerà un monitoraggio aereo per misurare l’estensione dello sbiancamento. Già nel 1998 e nel 2002 si erano verificati episodi di sbiancamento delle barriere coralline dei Caraibi, Hawaii, Australia.