“Mentre i primi pescherecci mazaresi ormeggiavano nel porto libico di Ras-Al-Hilal, come programmato dall’accordo sulla filiera pesca promosso dall’Investment Authority di Bengasi e da Federpesca, abbiamo considerato l’insorgere di molteplici e diverse sensibilità che avrebbero potuto compromettere il buon esito dell’iniziativa.
Da un lato una inaspettata evoluzione del contesto, dall’altro una distorta e capziosa lettura dell’unica iniziativa civile posta in essere in una realtà cosi travagliata.
Con grande senso di responsabilità, abbiamo quindi convenuto sulla decisione di rinviare l’operatività dell’accordo”, è quanto fa sapere Federpesca con una nota.
Nel pomeriggio di ieri Il ministero degli Esteri del governo di accordo nazionale di Tripoli aveva domandato alle autorità italiane di ‘‘intervenire per interrompere i rapporti tra Federpesca siciliana e le istituzioni illegittime dell’Est della Libia’‘. È quanto si era appreso sulla pagina Facebook dedicata ai media stranieri del Gna secondo la quale ”la cosiddetta autorità militare degli investimenti e dei lavori pubblici della Cirenaica è un organo illegale e i rapporti con essa rappresentano una violazione delle risoluzioni internazionali”.
”L’accordo, che prevede il pagamento di 100 mila euro al mese alla cosiddetta autorità per gli investimenti e i lavori pubblici, è un finanziamento alle parti illegali e un sostegno alla continua aggressione contro la capitale Tripoli e al colpo di stato contro il governo legittimo in Libia”, si legge ancora nella nota del ministero degli Esteri del Gna.