Quest’anno tra le novità culinarie provenienti dal settore ittico, si fa largo lo Skrei. La sua fama ne precede il nome, dato che il merluzzo norvegese ha già riscosso parecchio successo in Francia, Inghilterra e Spagna e, nonostante un ingresso in sordina in Italia, sta pian piano diventando oggetto di apprezzamento da parte di chef stellati e nutrizionisti. Il NIFES (Istituto Nazionale di Ricerca sulla Nutrizione e i Prodotti Ittici) ha ritenuto tale specie ittica come una tra le più magre al mondo per via della sua caratteristica di accumulare il grasso nel fegato piuttosto che nei muscoli. E parlando delle sue caratteristiche nutrizionali, sorprende la quantità ideale di Omega 3, proteine B12 e D e selenio. Le differenze rispetto agli altri merluzzi si riscontrano in pima visura nell’aspetto, contraddistinto da una forma più allungata rispetto ai restanti esemplari e un colore della pelle più chiaro. A seguire le ottime qualità nutritive di cui sopra, e la difficoltà di reperirlo durante tutto l’arco dell’anno, condizione che lo rende quasi una rarità. Infatti, esso può essere catturato solo quattro mesi l’anno, ovvero da gennaio ad aprile, per poi passare gli altri mesi dell’anno nel Mare di Barents. Lo Skrei, la cui denominazione si deve ad un termine che tradotto suonerebbe come “migratore”, inizia la sua migrazione durante il periodo riproduttivo e ciò gli è valso l’appellativo di “pesce dell’amore”. Inoltre, durante la migrazione dal Mare di Barents alla Norvegia, questa specie si nutre poco e ciò rende il suo stomaco più magro se paragonato al merluzzo costiero, il quale si nutre invece tutto l’anno.