Mercurio nei pesci di grande taglia – Il problema dei livelli di mercurio nei pesci di grandi dimensioni, come il tonno, è una questione di salute pubblica che, da decenni, non lascia indifferenti scienziati, consumatori e autorità sanitarie. Il mercurio è un metallo pesante tossico che, in forma di metilmercurio, si accumula nella catena alimentare marina, raggiungendo concentrazioni elevate nei predatori al vertice, quali appunto il tonno, lo squalo, il pesce spada e il marlin.
Cause dell’inquinamento da mercurio
L’inquinamento da mercurio deriva da diverse fonti, principalmente antropogeniche. La combustione del carbone per la produzione di energia elettrica, l’incenerimento dei rifiuti, l’estrazione mineraria e l’utilizzo di mercurio in vari processi industriali contribuiscono all’emissione di mercurio nell’atmosfera, da cui può depositarsi negli oceani e nei corsi d’acqua. Una volta nell’ambiente acquatico, il mercurio inorganico viene convertito in metilmercurio da microorganismi, forma assai più tossica e facilmente assimilabile dagli organismi viventi.
Accumulo nella catena alimentare
Il metilmercurio viene assorbito dai piccoli organismi e pesci, che a loro volta vengono mangiati da predatori più grandi, portando a un processo di bioaccumulo. Questo significa che le concentrazioni di mercurio aumentano man mano che ci si sposta verso l’alto nella catena alimentare, raggiungendo livelli più elevati nei pesci predatori di grandi dimensioni rispetto a quelli trovati nell’ambiente acquatico circostante.
Quali sono i rischi per la salute umana?
Il consumo di pesci e frutti di mare contaminati da metilmercurio rappresenta la principale via di esposizione umana a questo metallo. Il metilmercurio può attraversare la barriera emato-encefalica e la placenta, risultando particolarmente dannoso per il sistema nervoso in via di sviluppo dei feti e dei bambini piccoli. Nei feti, l’esposizione al metilmercurio può causare danni al cervello, riduzione del quoziente intellettivo (QI), ritardi nello sviluppo e problemi comportamentali. Negli adulti, l’esposizione elevata può avere effetti sul sistema nervoso e cardiovascolare.
A fronte di questi rischi, organizzazioni sanitarie internazionali e autorità di regolamentazione alimentare hanno stabilito linee guida per il consumo di pesci ad alto contenuto di mercurio. Le raccomandazioni generali includono la limitazione del consumo di pesci noti per i loro elevati livelli di mercurio, specialmente per donne in gravidanza, donne che stanno pianificando una gravidanza, madri che allattano e bambini piccoli.
Soluzioni e sforzi di riduzione
La riduzione dell’inquinamento da mercurio richiede un approccio globale, dato il suo ciclo biogeochemico complesso e la capacità di trasportarsi su lunghe distanze nell’atmosfera. Iniziative internazionali come la Convenzione di Minamata sul Mercurio mirano a ridurre le emissioni globali attraverso l’impegno dei paesi firmatari a controllare e ridurre le fonti di inquinamento da mercurio. La ricerca continua e il monitoraggio degli ecosistemi acquatici sono essenziali per valutare l’efficacia di queste misure e per sviluppare strategie più mirate per la protezione della salute pubblica e dell’ambiente.
Il problema dei livelli di mercurio nel tonno e in altri pesci grossi richiede un’azione concertata a livello globale, nonché una consapevolezza e una responsabilità individuali nel consumo di pesci e frutti di mare, per proteggere la salute umana e preservare gli ecosistemi marini.
Mercurio nei pesci di grande taglia