Secondo una recente ricerca condotta da studiosi della Trent University (Canada), le ostriche esposte a microplastiche e polistirolo, producono meno figli, crescono lentamente e raggiungono dimensioni inferiori rispetto a quelle non esposte.
I risultati di questo studio si aggiungono alla crescente evidenza dei danni causati dall’inquinamento da microplastiche e può aiutare le parti interessate ad agire su detriti di plastica per evirare che essi entrino negli oceani e per limitarne l’impatto a lungo termine sulla vita marina.
Le microplastiche, piccoli frammenti di plastica inferiore a 5 mm di diametro, si trovano in tutti gli oceani del mondo. Ampiamente utilizzati, per esempio nei prodotti di cura personale, finiscono negli oceani tramite acque reflue domestiche o industriali.
C’è una crescente preoccupazione per gli effetti delle microplastiche sugli organismi marini. Filtratori, come ostriche e cozze, che ottengono il loro cibo filtrando fitoplancton da abbondanti quantità di acqua, sono particolarmente suscettibili a consumare grandi quantità di microplastiche insieme con il loro cibo.
Lo studio in questione ha esaminato l’effetto dell’inquinamento da microplastiche sull’ostrica del Pacifico (Crassostrea gigas). Crassostrea gigas è una delle specie più comunemente prodotta nel mondo. È ampiamente coltivata lungo le zone costiere di Australia, Nuova Zelanda e Nord America, così come in molte zone d’Europa, tra cui Francia, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Regno Unito. I ricercatori hanno, nel corso dello studio, hanno scoperto che il polistirolo/microplasticha aveva alterato l’alimentazione, il consumo di energia e la riproduzione delle ostriche ad esso esposte. Il polistirolo ha anche compromesso la salute riproduttiva delle ostriche. Le femmine esposte hanno prodotto del 5% più piccoli e il 38% in meno di ovociti (uova in via di sviluppo) rispetto alle femmine non esposte. La velocità di nuoto degli spermatozoi (l’indicazione della fertilità di un maschio) dei maschi esposti è stata del 23% più lento di quello dello sperma di maschi non esposti. Inoltre, il 41% in meno di larve è stato prodotto dalle uova e sperma di individui esposti e le larve sono cresciute più lentamente e hanno raggiunto dimensioni più piccole del 18%, a fronte di larve prodotte dalle ostriche non esposte.
Questi risultati suggeriscono che l’inquinamento da microplastiche può avere effetti a lungo termine sulle future popolazioni di ostriche del Pacifico, selvatiche e coltivate, che possono influenzare gli ecosistemi costieri e dell’acquacoltura. Questo studio serve come un avvertimento precoce del danno potenziale a lungo termine che filtratori, come le ostriche in zone costiere, possono avere dall’inquinamento da microplastiche. I ricercatori sperano che i forti effetti negativi evidenziati dal loro studio dovrebbero incoraggiare i decisori a limitare l’impatto di microplastiche nei decenni a venire.