Orecchio di mare: uno studio ne auspica il salto dalla gastronomia alla farmacologia – Un gruppo di ricerca europeo, integrato da tre studiose italiane, ha dimostrato attraverso un recente studio che lo sviluppo di farmaci basati su un estratto delle carni dell’orecchio di mare può generare un gran passo in avanti per la salute oltre che una gran opportunità di profitto per le aziende che decidono di dedicarsi alla produzione di questo gasteropodo.
I risultati, presentati nell’ultimo numero della rivista scientifica internazionale Marine Biotechnology, dimostrano che un estratto delle carni della specie Haliotis tuberculata coccinea, l’unico orecchio di mare presente nel Mar Mediterraneo, sconfigge vari patogeni ed impedisce la proliferazione delle cellule tumorali.
Gli esperimenti, che sono stati condotti in vitro, cioè all’interno di provette nei laboratori altamente specializzati di cinque prestigiosi centri di ricerca nazionali ed esteri, hanno dato ottimi risultati.
Gli autori hanno registrato attività antimicrobica (cioè l’inibizione) ed attività battericida (cioè l’uccisione) di varie specie di batteri tra cui Stenotrophomonas maltophilia e Stapylococcus aureus, due specie contro le quali sono necessari nuovi trattamenti contro i ceppi resistenti agli antibiotici.
Inoltre, messo in contatto con le cellule dei tumori del seno, della pelle e della cervice, l’estratto di orecchia di mare ne blocca la proliferazione uccidendo più del 50% delle cellule tumorali raggiungendo l’85% di cellule uccise nel caso del tumore al seno.
Con gli esperimenti realizzati ed i risultati ottenuti, gli autori rivelano la grande opportunità che risiede nella produzione della specie Haliotis tuberculata coccinea.
L’orecchio di mare, con prezzi che girano intorno ai cento euro al chilo, per la bontà delle sue carni e l’elevato valore nutrizionale che ha, è il mollusco più caro al mondo.
L’importante domanda dei mercati, che non può essere soddisfatta dalla pesca dovuto allo stato critico di conservazione nel quale si trova, è una delle ragioni per la quale la specie salta spesso alle cronache.
Il nostro quotidiano ha recentemente informato il lettore riguardo all’orecchio di mare (abalone), attualmente oggetto di molte ricerche scientifiche e tecnologiche orientate non soltanto a generare maggiori conoscenze sulla biologia della specie ma anche a migliorare le tecniche con le quali il mollusco è coltivato in diversi paesi tra cui la Spagna.
Il know-how per la produzione sostenibile e rispettosa del mare dell’orecchio di mare europea esiste. La specie si alimenta di alghe che possono essere coltivate insieme ad altri organismi come per esempio i pesci, aiutando in questa maniera a diminuire l’impatto ambientale degli impianti di acquacoltura.
In accordo con quanto riportato in numerosi studi, la specie contiene molti nutrienti interessanti sia per il consumatore che degusta il delizioso frutto di mare direttamente che per i settori nutraceutico e farmaceutico, sempre alla ricerca di composti con attività biologica per sviluppare cibi funzionali, nutraceutici e nuovi trattamenti.