Pesci e microplastiche, i rischi della nutrizione con mangimi contaminati – Alla UWM’s School of Freshwater Sciences il mangime per i pesci allevati prevede spesso l’inclusione di farina di pesce macinata, farina proveniente da parti essiccate di pescato selvatico, da far assumere al pesce allevato come fonte di proteine.
In questa farina c’è la buona possibilità di rintracciare residui di microplastiche, provenienti dalla quantità di microplastiche stesse che vengono ingerite dal pesce selvatico durante la sua esistenza nelle acque che popola.
Stando così le cose, gli studiosi dell’istituto si sono chiesti se le microplastiche presenti nel cibo per gli allevamenti potessero accumularsi all’interno dei corpi di pesci che se ne nutrono. Da qui lo studio che ne è conseguito.
Le microplastiche, infatti, sono presenti sia nelle acque salate che dolci a causa dei sempre più elevati tassi di inquinamento. Allo stesso tempo si sa ancora poco di come e quanto le specie ittiche siano influenzate dall’assunzione di queste microplastiche.
L’esperimento del UWM’s School of Freshwater Sciences si è protratto per 9 settimane e ha avuto come oggetto il pesce persico giallo, una delle specie ittiche più diffuse a livello commerciale nella vasta zona del Grandi Laghi.
Gli esemplari giovani di pesce persico giallo sono stati nutriti per un numero di 4 volte al giorno con mangimi contaminati da medie e alte quantità di microplastiche, composte da comuni tipi di plastica.
A margine, un gruppo di esemplari è stato nutrito con cibo non contaminato.
Dopo tutto il periodo di nutrizione nessuno degli esemplari cibati con mangimi contaminati da microplastiche era morto, le tracce di questi ultimi corpi estranei erano stati espulsi e trovati nelle feci.
Nonostante questa sembri una buona notizia, si è riscontrato che malgrado i pesci abbiano espulso le microplastiche con le feci i loro valori biologici presentavano quantità di proteine e minerali inferiori a quelle dei pesci non nutriti con mangimi contaminati. Questa circostanza potrebbe dimostrare che l’organismo dei pesci abbia necessitato di maggiori quantità di nutritivi per smaltire le sostanze esterne, oppure che le microplastiche potrebbero aver ridotto l’assorbimento di tali nutrienti nelle loro diete.
Stando a un successivo consumo umano di tali pesci, la conseguenza potrebbe essere che se assunti, i pesci persici contaminati da microplastiche possano avere valori nutritivi inferiori agli standard, seppur leggermente.
Pesci e microplastiche, i rischi della nutrizione con mangimi contaminati