Sebbene il quadro politico europeo stia attraversando un cambiamento storico, quello che è uno dei problemi risolvibile, la pesca eccessiva, continua ad essere persistente. Negli ultimi anni, i ministri europei della pesca hanno fissato circa la metà dei limiti di cattura della regione, al di sopra dei livelli consigliati dagli scienziati. E anche per quest’anno non c’è stata nessuna eccezione. Tale modello non rispecchia l’impegno assunto dagli Stati membri dell’Unione europea di porre fine alla pesca eccessiva di tutti gli stock ittici entro il 2020, nell’ambito della riforma della politica comune della pesca dell’UE (PCP) del 2013.
A distanza di quattro anni è chiaro che i ministri non hanno fatto progressi sufficienti verso l’obiettivo finale. Con la scadenza “più morbida” del 2015, da tempo passata, hanno solo tre ulteriori cicli annuali di decisioni sui limiti di pesca per porre fine alla pesca eccessiva entro il 2020.
La scienza è ignorata in oltre la metà delle decisioni. Per dare più luce a questo processo, The Pew Charitable Trusts ha recentemente pubblicato un’analisi che riepiloga le decisioni di quest’anno. Il documento è il risultato di un processo minuzioso attraverso il quale sono state utilizzate informazioni pubblicamente disponibili per confrontare i limiti che i ministri hanno accettato a dicembre con il parere scientifico.
Le conclusioni sono scoraggianti. L’analisi evidenzia che, nel complesso, il 54 per cento dei limiti fissati dal Consiglio della Pesca ha superato i massimi livelli suggeriti dagli scienziati, solo una riduzione marginale rispetto alla proporzione dello scorso anno.
Per molti stock, il Consiglio conosceva i tassi di pesca che avrebbero fornito il rendimento massimo sostenibile, il parametro chiave della PCP nel fissare quote. In quei casi, i ministri hanno ancora fissato il 45 per cento dei limiti, al di sopra dei consigli scientifici: quasi nessun progresso rispetto al 46 per cento dello scorso anno per quegli stessi limiti di cattura. Questo non è certamente il cambiamento “progressivo e incrementale” richiesto dalla PCP. E questa inerzia significa che gli Stati membri dell’UE continuano a perdere i vantaggi prodotti dalla fine della pesca eccessiva, che sono stimati a più di 80 miliardi di dollari all’anno a livello mondiale. Come negli ultimi anni, anche quest’anno, la Commissione europea e numerosi ministri hanno pubblicato comunicati stampa con retorica fiduciosa su progressi che confutano i dati scientifici. Il divario tra tali dichiarazioni pubbliche e la realtà rischia è abissale.
I ministri devono agire per porre fine alla pesca eccessiva. Il ciclo decisionale per fissare i limiti di pesca del 2018 inizia quasi immediatamente. La Commissione riferisce normalmente sullo stato delle scorte e sui progressi nell’impostazione dei limiti di pesca sostenibili nel mese di giugno di ogni anno. Nel quadro del Trattato di Lisbona, i deputati europei non hanno un ruolo formale nel fissare limiti di pesca annuali, ma hanno una responsabilità fondamentale per garantire che tutte le leggi in materia di pesca soddisfino i requisiti della PCP. I deputati hanno anche un ruolo formale nella determinazione, con il Consiglio, di piani pluriennali per la gestione degli stock ittici regionali. Questi strumenti importanti sono destinati a limitare l’attenzione sugli obiettivi a breve termine che i ministri mostrano tipicamente nelle loro decisioni annuali sui limiti di cattura. I ministri della pesca dell’UE continuano a ritardare i progressi per porre fine alla pesca eccessiva. C’è ancora speranza che l’UE soddisfi gli obiettivi stabiliti nella PCP. I prossimi indicatori di come ciò potrebbe svolgersi arriveranno nella comunicazione della Commissione di quest’estate e l’attenzione dei deputati ai risultati, mentre negoziano il prossimo piano pluriennale per gli stock ittici del Mare del Nord.
The Pew Charitable Trusts invita la Commissione, i deputati e i ministri ad attivarsi a favore della salvaguardia degli stock ittici prima che scada il tempo.