Un nuovo studio, condotto da ricercatori dell’Università di Washington, ha rivelato che la maggior parte degli stock ittici selvatici del mondo potrebbe presentarsi a livelli sani in soli dieci anni.
Il rapporto ha spiegato come, se saranno attuate le giuste riforme nel settore, la pesca globale sarà in grado di produrre di più e aumentare i profitti per i pescatori del 204% nei prossimi 35 anni.
“C’è una eccezionale urgenza per la pesca in tutto il mondo”, ha detto il professore Ray Hilborn, co-autore dello studio. “La ricerca dimostra che in ogni parte del mondo si sta lavorando bene a tutela della pesca, ma sottolinea la necessità di fare ancora di più per un settore dal quale dipendono milioni di pescatori e le loro famiglie sia per il cibo e che per i mezzi di sussistenza, la maggior parte dei quali vivono in Paesi in via di sviluppo.”
Pubblicato da Proceedings of National Academy of Sciences, lo studio sostiene che se le riforme sono idoneamente attuate tre quarti degli stock oggi sovrasfruttati in tutto il mondo potrebbe raggiungere uno stato di salute ottimale entro dieci anni. A queste conclusioni si è giunti analizzando un database di 4.713 attività di pesca, la maggior parte dell’ US West Coast, che rappresenta il 78% del pescato dell’oceano.
La ricerca suggerisce che l’attuazione delle riforme è fondamentale per fornire i benefici combinati di aumento delle popolazioni ittiche, profitti e produzione.
“La nostra ricerca rivela una scelta difficile: gestire la pesca in modo sostenibile e realizzare l’enorme potenziale degli oceani del mondo, o consentire lo status quo per continuare a mortificare il capitale naturale dei nostri oceani”, ha detto Chris Costello, autore principale della ricerca.