Quote oltre i criteri storici. Seas At Risk esorta al cambiamento – Seas At Risk, insieme a Ecologistas en Acción, Sciaena e Bund, ha recentemente pubblicato un report che mette in luce dieci pratiche alternative adottate dai governi nazionali per rendere l’assegnazione delle quote di pesca più sostenibile ed equa. Queste pratiche, se replicate e adattate a contesti nazionali specifici, potrebbero guidare verso una pesca più sostenibile, combattere la pesca eccessiva e migliorare il benessere dei pescatori.
Il focus del report è sull’impiego di criteri ambientali e sociali per l’assegnazione delle possibilità di pesca, una pratica incoraggiata dalle normative vigenti ma raramente implementata dagli Stati membri. Tra i criteri ambientali adottati, figurano la riduzione delle emissioni di carbonio, l’utilizzo di attrezzi da pesca a basso impatto e la minimizzazione delle catture accidentali. Dal punto di vista sociale, si dà priorità al sostegno dei pescatori artigianali e di piccola scala, nonché a quelli che vivono in aree remote o hanno figli con disabilità, affrontando anche il problema della carenza di manodopera nel settore attraverso l’integrazione di nuovi e giovani pescatori.
Distribuzione quote su criteri storici
Nonostante l’importanza di queste pratiche, rimangono casi isolati nell’Unione Europea. Attualmente, l’allocazione delle quote di pesca si basa prevalentemente su criteri storici, perpetuando le disparità sociali e favorando le grandi imprese di pesca industriale a discapito dei piccoli pescatori e degli ecosistemi marini. Questa situazione evidenzia la necessità urgente di nuove politiche che privilegino l’equità e la sostenibilità.
In risposta a questa esigenza, la Commissione Europea si appresta a pubblicare delle linee guida per incoraggiare gli Stati membri a sfruttare le opzioni ambientali e sociali disponibili per l’assegnazione delle quote di pesca. Prima di questo annuncio, le ONG sottolineano che è possibile promuovere pratiche di pesca sostenibili e migliorare il benessere dei pescatori.
Bruno Nicostrate e Remi Cossetti, entrambi figure chiave in Seas At Risk, hanno espresso la necessità critica di guidare l’UE verso una distribuzione più giusta e sostenibile delle possibilità di pesca per assicurare un futuro sano agli oceani e alle comunità di pescatori. Enfatizzano l’importanza di apprendere dalle pratiche alternative già in atto nell’UE, sottolineando che la loro replicazione e adattamento è fondamentale per garantire un futuro sostenibile per il settore della pesca e per la conservazione degli ecosistemi marini.
Quote oltre i criteri storici. Seas At Risk esorta al cambiamento