La Commissione europea ha presentato un’importante proposta per affrontare il problema dei rifiuti marini. Con l’introduzione di nuove misure sulle materie plastiche monouso e attrezzature da pesca abbandonate, la proposta contribuirà alla transizione dell’Europa verso un’economia circolare.
Gli attrezzi da pesca (reti, lenze, trappole) rappresentano il 27% di tutti i rifiuti nelle spiagge. Con la sua proposta, la Commissione tende ad incoraggiare tutti gli attori coinvolti a ottenere il massimo dagli attrezzi abbandonati e includerli nei flussi di rifiuti e riciclaggio. In particolare, i produttori di attrezzi da pesca in plastica saranno tenuti a coprire i costi di raccolta dei rifiuti dagli impianti portuali di raccolta, del trasporto e del trattamento. Copriranno anche i costi delle misure di sensibilizzazione.
Questa nuova misura si basa su norme esistenti come la direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino e integra altre azioni intraprese contro l’inquinamento marino, come ad esempio la direttiva sulle strutture di accoglienza portuale.
La proposta andrà ora per l’adozione al Parlamento europeo e al Consiglio.
Abbandonati o persi, gli attrezzi da pesca rappresentano circa un terzo dei rifiuti trovati nei mari europei, più di 11.000 tonnellate all’anno. Quasi la metà della “grande immondizia” nell’Oceano Pacifico è costituita da tali attrezzi da pesca. È stato stimato che nell’UE il 20% degli attrezzi sia stato perso in mare nel corso di incidenti, tempeste o intenzionalmente abbandonato.
Gli attrezzi da pesca sono progettati per catturare gli organismi marini e continueranno a intrappolare la vita marina anche se persi “pesca fantasma“. Sono progettati per essere durevoli nell’ambiente marino e impiegano molti anni a degradarsi.