Che qualcosa bollisse in pentola era neĺl’aria. E cosi oggi, il Sottosegretario Franco Manzato, ha firmato il Decreto relativo alle “Misure per la pesca dei piccoli pelagici nel Mediterraneo e misure specifiche per il Mar Adriatico”.
Gli addetti ai lavori lo sanno bene: gli stock dei Piccoli Pelagici nel Mediterraneo e soprattutto nel Mar Adriatico sono in enorme sofferenza. L’allarme c’è e si cerca di correre ai ripari. Stando ai rumors il rimedio doveva consistere nella messa a punto di in piano di gestione basato su un sistema collaudato per altre specie e cioè quello delle quote.
Oggi invece arriva un Decreto che per quest’anno, e i per i prossimi due, rivede i periodi di fermo biologico per assicurare il rinnovo della specie. Per l’Adriatico viene stabilito, e precisato con esattezza, il numero massimo di giornate lavorative dedicate sia al prelievo di acciughe che a quello di sardine. Nella sostanza si tratta di un piano articolato e complesso che sicuramente non accontenterà tutti ma che si spera possa funzionare.
Come dicevamo il problema c’è ed è di difficile soluzione. Difficile prevedere infatti se le misure previste dal decreto in questione, e soprattutto quelle specifiche per l’Adriatico, saranno di sicura efficacia. Per i piccoli pelagici bisogna tener conto di un fattore non trascurabile: l’ estrema variabilità dei cicli produttivi; variabilità dovuta sia a fattori ambientali sia a particolari interazioni biologiche. Lo sfruttamento dei piccoli pelagici appare eccessivo e dunque la gestione del prelievo, al fine di salvaguardare la risorsa, deve essere razionale. Tale gestione deve tener presente dello stato effettivo degli stock, della flotta impegnata in questo tipo di prelievo, della domanda sui mercati, e anche del numero di giorni dedicati a questa attività. Soprattutto per l’Adriatico inoltre, bisogna tener presente che quello pelagico è uno stock condiviso con gli stati che si trovano sulla costa orientale del mare.
Alla luce di quanto detto fino ad ora, a proposito del Decreto uscito oggi, il presidente nazionale di UNCI Agroalimentare esprime qualche perplessità, Gennaro Scognamiglio infatti afferma: “Ci aspettavamo l’emanazione di misure miranti a una gestione più razionale ed efficace della pesca dei piccoli pelagici. Accantonata l’idea delle quote, viene preferita una rimodulazione del fermo biologico e stabilito un numero massimo di giorni in cui è possibile pescare acciughe e sardine. Mi sembra sia stato messo in pratica un orientamento volto alla sostenibilità ecologica ed ambientale (già in linea da questo punto di vista con l’impronta che si vuole dare alla nuova PAC). È necessario assicurare anche la sostenibilià economica che, che con il Decreto di oggi ci sembra rappresentare una opportunità nuova soprattutto per le O.P. che diventano protagoniste di una pesca responsabile da un punto di vista ambientale e fruttuosa da un punto di vista economico. Speriamo dunque che questo Decreto rappresenti un ulteriore mattoncino utile alla costruzione di un sistema tutto orientato alla valorizzazione della filiera ittica italiana”.