La marineria Italiana dopo un periodo di fermo spontaneo per garantire la salvaguardia dell’equipaggio dal rischio di contagio, si trova obbligata a tornare a mare.
L’erogazione della CIG purtroppo non è istantanea come si pensava, i tempi precisi di erogazione non sono chiari né per l’armatore né per la marineria la quale deve sostenere le proprie famiglie.
Il Premier Conte ha chiesto un ultimo sforzo per vincere questa piaga, ma la situazione per il settore diventa sempre più cupa, Conte ha annunciato protocolli di sicurezza anti contagio per le aziende, protocolli studiati da una task force di esperti.
Si spera che questi protocolli vengano studiati anche per il mondo dei naviganti e per il settore pesca, ricordando che l’azienda pesca non è una fabbrica ma una nave con condizioni di lavoro estranee ad ogni realtà in terraferma. Si spera che questa task force abbia competenza nel campo nautico marittimo.
Si spera che la pesca in questa pandemia non venga considerata figlia di un “Dio minore” e si dia giusto impegno e considerazione all’indotto che crea.
Si spera spera che le misure di sicurezza che lo Stato deciderà di adottare per il settore non siano restrittive a tal punto da obbligare i motopesca a fermare le attività di bordata, inabissandolo.
La pesca è linfa vitale per l’Italia e deve essere presa in considerazione anche al di fuori del periodo elettorale.