Il cambiamento climatico ha messo sul tavolo un’annosa sfida: che cosa accadrà alla pesca e come influenzeranno il settore gli effetti del riscaldamento globale sulle specie di elevato valore commerciale. Sfida che si scontra con le previsioni di un aumento della domanda e della necessità di fornire proteine marine ad una popolazione mondiale in crescita.
In questo scenario si pone ClimeFish, un nuovo progetto di ricerca che è stato appena messo in atto con la partecipazione di 21 partner provenienti da 13 paesi, tra cui l’Istituto di ricerca marina (IIM, Vigo) il CSIC , e il CETMAR, Centro Tecnologico del Mare.
Il progetto cercherà di prevedere in che modo le alte temperature incideranno nei prossimi 50 anni relativamente alla produzione di alimenti da pesca e dell’acquacoltura, concentrandosi su 25 specie importanti per la pesca e l’acquacoltura europea.
“Il cambiamento climatico è una realtà che sta attualmente interessando e continuerà ad interessare per lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura e della pesca futura in tutto il mondo”, afferma Anton A. X. Salgado, ricercatore principale del CSIC. Salgado ha ricordato che “la popolazione mondiale è in crescita e la domanda di prodotti alimentari è in aumento, per cui è necessario fare uno sforzo per prevedere come il cambiamento climatico influenzerà l’estrazione e la produzione delle risorse ittiche e sviluppare piani di adattamento alla nuova situazione per consentire decisioni atte a mitigare i suoi effetti o approfittarne” .
Saranno sviluppati piani strategici utili per le imprese nel processo decisionale negli scenari prevedibili. Il lavoro dei ricercatori del CSIC si concentrerà principalmente sullo studio delle prove e degli impatti dei cambiamenti climatici nella gestione dei mitili. Inoltre, sarà sviluppata un’applicazione software per l’ analisi e la visualizzazione di tutti i probabili scenari. Le università, organismi pubblici di ricerca e le piccole e medie imprese in Europa, Canada, Cile e Vietnam sono parte dell’iniziativa.
Coordina l’Università di Tromso in Norvegia con budget di 5 milioni di euro da parte della Commissione europea.