Il DL Rilancio Italia è stato oggetto dell’ ultima audizione che la Camera dei Deputati ha riservato alle associazioni della pesca. Crisi diffusa e soluzioni non a portata di mano, hanno richiesto un focus sulle opportunità che si profilano per il settore e sulle tempistiche di un rilancio vero a cui bisogna dare inizio.
Relativamente al DL Rilancio Italia dunque, UNCI Agroalimentare ha colto l’ occasione per presentare proposte emendative che non si pongano solo a sostegno delle imprese di pesca ma che possano davvero rappresentare una base concreta per far ripartire il settore .
“La piccola pesca non deve morire; le migliaia di imprese rappresentate da pescatori autonomi singoli, o riuniti in cooperative, devono poter contare sugli incentivi che nel DL in questione sono previsti per tutti i lavoratori autonomi titolari di partita IVA. Non abbiamo dimenticato l’ittiturismo e la pescaturismo, attività complementari che rappresentano un’opportunità concreta di integrazione al reddito. Abbiamo proposto che tali attività vengano assimilate a quelle agrituristiche in modo che godano degli stessi incentivi: le necessarie misure di distanziamento sociale rischiano di far scomparire del tutto questo segmento che, prima della crisi epidemiologica, costituiva un supporto importante per la piccola pesca.
Il Comparto ha bisogno di ristoro; le imprese hanno bisogno di liquidità. Nell’attesa che venga pubblicato e reso operativo il Decreto relativo al Fermo d’ Emergenza da Covid 19, abbiamo chiesto di velocizzare i tempi di liquidazione del Fermo Biologico Obbligatorio.
Sappiamo che la DG Pesca si sta adoperando per assicurare, prima possibile, anche questa boccata d’aria al comparto. Colgo l’occasione per sottolineare l’impegno non solo della Dg in questo periodo di crisi, ma anche quello dell’ intera struttura del Mipaaf: in la primis l’ On. Ministra, passando per il Capo dipartimento fino ad arrivare ai vari funzionari.
UNCI Agroalimentare sottolinea anche la necessità di allentare la pressione fiscale e contributiva che condiziona non poco le imprese della pesca, sospendendo alcuni obblighi fino a dicembre. Bonus una tantum e premi occasionali possono colmare solo in parte le perdite subite dalle imprese in queste ultime settimane. Come affermato in precedenza, il rilancio deve essere concreto, deve creare le condizioni affinché le imprese possano ripartire e reiniziare a produrre. Soprattutto per la piccola pesca, ritengo che si possa puntare, ad esempio, anche sullo sviluppo di una infrastrutturazione che dia una nuova opportunità di guadagno ai nostri pescatori. Penso ai famosi punti di sbarco sulle banchine che possono diventare punti di compravendita di prodotto ittico e occasione ulteriore e alternativa di guadagno. Un nuovo modo di intendere il proprio mestiere, un modo di lavorare e collaborare non solo per creare un nuovo, immediato canale di guadagno, ma anche per contribuire allo sviluppo del proprio territorio.
Colgo l’occasione per precisare quella che potrebbe sembrare una disattenzione. UNCI Agroalimentare non ha chiesto la possibilità di deroga dal divieto dell’attività di pesca per la giornata del 2 giugno: il tutto accogliendo una precisa istanza di coloro che praticano la pesca allo strascico. In tempi particolari come questi, in cui i tradizionali canali di acquisto di prodotto ittico non sono operativi al 100%, i pescatori preferiscono uscire in mare una giornata in meno ma piazzare sul mercato tutto il prodotto pescato evitando quanto più possibile di accumulare invenduto particolarmente deperibile.”
Così Gennaro Scognamiglio presidente nazionale UNCI Agroalimentare.