Si è svolto lo scorso 21 gennaio il primo incontro, tra Mipaaf e Associazioni di Categoria, tutto incentrato sulla nuova programmazione relativa ai Fondi Europei destinati alla pesca e all’ acquacoltura.
Mai come in questo momento storico, il comparto vive un disagio economico senza precedenti; gli operatori denunciano una sofferenza economica che rischia l’irreversibilità. L’ emergenza epidemiologica ha prodotto un calo addirittura dell’ 80% dei consumi ittici extradomestici e una conseguente contrazione dei fatturati che in alcuni casi si attesta su percentuali che superano il 70%.
I sostegni di emergenza possono servire al ristoro immediato per gli operatori ittici, ma a lungo raggio, probabilmente sono proprio i Fondi Europei a disposizione della pesca e dell’acquacoltura che possono costituire quel sostegno economico che può contribuire alla sopravvivenza di un intero settore economico.
Le priorità che costituiscono il fulcro della nuova Programmazione sono quattro e sono completamente volte a fare della pesca una attività sostenibile, garante di un fabbisogno alimentare sicuro, trampolino di lancio per lo sviluppo delle realtà costiere e mezzo per il rafforzamento della governance degli oceani.
“Il nuovo FEAMPA, non ancora adottato a livello ministeriale, deve essere opportunità di sviluppo per la pesca e per l’acquacoltura italiane. Il Comparto deve cogliere tutte le occasioni possibili per rinascere e conoscere nuove frontiere di sviluppo. Superata la crisi epidemiologica, la pesca deve riappropriarsi della propria leadership all’interno della filiera agroalimentare italiana. Punto di partenza è sicuramente la tutela della risorsa e quindi il miglioramento degli stock ittici. La pesca del futuro deve però puntare sulla valorizzazione della produzione e quindi sulla diversificazione delle attività che possono rendere le imprese ittiche davvero competitive da un punto di vista imprenditoriale. Per quanto attiene alla valorizzazione della produzione ittica italiana, ancora molto si può fare ad esempio per le denominazioni ( DOP, IGT, STG…) , garanzia di quell’eccellenza italiana che non ha eguali. La diversificazione può e deve passare attraverso il potenziamento delle attività di pescaturismo e di ittiturismo, sia al livello dei singoli pescatori, sia a livello delle imprese. Tutto questo, insieme al miglioramento dell’operatività dei pescherecci e alle nuove frontiere nell’ambito della trasformazione e della commercializzazione, rappresentano le opportunità a disposizione del settore a breve e a lungo termine. Il Feampa è uno dei mezzi a disposizione del settore per raggiungere tali obiettivi e, come Associazione, ci mettiamo a completa disposizione dei pescatori e di tutti gli operatori ittici, per lavorare al meglio e non perdere tutte quelle che sono le opportunità economiche offerte dall’Europa. Sento comunque il dovere di sottolineare il malcontento per i segnali, purtroppo negativi, che dalla DG mare europea arrivano circa la questione del West Med con piani di gestione e fermi pesca che, a nostro parere , non assicurano la sostenibilità economica dei operatori. Continuiamo comunque a sperare di avere un futuro legato al Mare Nostrum”.
Cosi Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale UNCI Agroalimentare