UNCI Agroalimentare chiede al governo di adottare tempestive ed efficaci misure per evitare l’ennesima beffa ai danni della categoria e rivolge un appello a tutte le forze politiche perché vigilino affinché agli operatori vengano date risposte in termini strutturali che superino le soluzioni provvisorie finora ipotizzate. Da parte sua il Presidente dell’UNCI Agroalimentare, Gennaro Scognamiglio, incalza il Ministro Martina ben conscio, però, che la competenza sia del Ministero del Lavoro e che l’adozione del “de Minimis” non avrebbe alcun beneficio pratico.
Infatti il limite dei 30.000 euro previsto per ogni impresa di pesca di medie dimensioni rappresenterebbe meno della metà necessaria a soddisfare gli oneri derivanti dalla sospensione degli sgravi fin qui concessi.
La sospensione degli sgravi per il settore ittico previsti dalla Legge 30 del 1998 rischia infatti di bloccare l’intero settore in quanto la cancellazione di un regime contributivo in vigore da venti anni, potrebbe produrre effetti devastanti e destabilizzanti per l’intera economia della pesca italiana.
Se non interverrà quindi un sollecito provvedimento di ripristino delle misure di sgravio contributivo, le imprese già dal prossimo 16 febbraio si vedranno costrette a pagare contributi Inps e Inail maggiorati anche del 50%, in virtù delle recenti disposizioni che prevedono la sospensione degli sgravi per il comparto.