Our Ocean, la conferenza dei leader mondiali sulla conservazione degli oceani, ospitata dall’Unione Europea a Malta, si è ha conclusa con una serie di importanti impegni da parte dei governi, delle imprese e della società civile in risposta al rapido deterioramento degli ecosistemi oceanici.
Demetres Karavellas, a capo della delegazione WWF e CEO di WWF-Grecia ha dichiarato: “Di fronte alle preoccupanti relazioni sul declino degli ecosistemi oceanici, stiamo cominciando a vedere i leader dei governi, della società civile e del settore privato prendere finalmente impegni tangibili per la conservazione, il che è incoraggiante. Ora dobbiamo trasformare questi impegni in un cambiamento reale e riconoscere allo stesso tempo che bisogna fare molto di più”.
Per la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi: “Oggi solo il 4,56% della superficie del Mediterraneo è protetta. Senza il Santuario Pelagos la percentuale scenderebbe a poco più dell’1%, nonostante l’impegno assunto dal nostro Paese come dagli altri paesi del Mediterraneo di raggiungere l’undicesimo obiettivo fissato dalla Convenzione ONU sulla Biodiversità nella COP (Conferenza delle Parti) di Aichi, ovvero quello di proteggere il 10% dei mari di tutto il mondo entro il 2020. Da Malta parte una nuova sfida per la difesa del mare: una sfida in cui il nostro paese non può non essere protagonista considerata la nostra centralità strategica, economica ed ambientale, nel Mediterraneo”.
Alla conferenza sono stati lanciati diversi gridi d’allarme: i mari di tutto il mondo si stanno avvicinando al punto di non ritorno, in particolare per barriere coralline, mangrovie, popolazioni di pesci e altre risorse naturali dell’oceano. I leader devono far valere i loro sforzi per salvare il mare dalla pesca distruttiva, dal cambiamento climatico e dall’inquinamento. È stato ribadito che il Pianeta blu rappresenta la settima economia più grande del mondo, ma continuerà a essere produttivo in futuro solamente se l’umanità saprà prendersi molta più cura di esso sin da ora. Il WWF ha preso una serie di impegni alla conferenza, tra cui quello di uno sforzo concertato e su scala di bacino per migliorare la pesca artigianale in Mediterraneo, obiettivo che verrà raggiunto in partnership con la Commissione generale per la pesca del Mediterraneo e altre ONG.
Gli impegni da parte di governi, aziende e organizzazioni hanno incluso importanti aumenti della superfice delle aree marine protette, riforme della pesca, riduzione delle emissioni di carbonio e dell’inquinamento. Ad esempio, l’Unione europea, ampiamente riconosciuta per la sua leadership nell’organizzazione della conferenza, ha preso una serie di impegni, tra cui quello di sviluppare un Economia Blu sostenibile; il governo cileno si è impegnato ad aumentare la superficie di aree protette per coprire quasi la metà delle acque territoriali del paese; Sky si impegna a sostenere nuove aree marine protette in Europa, lavorando con il WWF; Bolton Alimentari ha confermato la partnership con WWF per la pesca sostenibile; e molti altri impegni ancora sono stati presi.
John Tanzer, Leader Oceani del WWF International ha dichiarato: “Non abbiamo mai visto tanta attenzione sulla necessità di proteggere gli oceani e questo avviene in gran parte perché i leader stanno riconoscendo che solo preservando le risorse del mare sarà possibile mantenere cibo, mezzi di sussistenza, lavoro e benessere per gran parte della popolazione mondiale”. “Uno dei temi chiave della conferenza, e una priorità per il WWF, è contribuire a creare una nuova economia sostenibile per l’oceano e le coste. Non si tratta di una sfida semplice – conclude Tanzer – , ma sono molto contento di vedere alla conferenza l’interesse per affrontarle. È ora di agire!”.