Gli scienziati dell’Università di Washington hanno trovato la prova che l’acidificazione degli oceani, causata dalle emissioni di carbonio, impedisce alle cozze di attaccarsi alle rocce e ad altri substrati, diventando così facile bersaglio per i predatori, ciò rappresenta una grave minaccia per il settore della mitilicoltura.
“Un forte attaccamento è letteralmente ancora di salvezza di una cozza” dice la ricercatrice Emily Carrington.
Le cozze si attaccano alle superfici dure in modo da poter filtrare plancton dall’acqua di mare. In genere vivono in zone dove le onde e le correnti forti le proteggono dai predatori. Ma se una cozza cade dal suo appiglio, affonda giù in acque più tranquille dove è prontamente mangiata. Le condizioni future prospettate dagli scienziati possono rendere più difficile per le cozze attaccarsi lontane dai pericoli.
“I nostri studi di laboratorio hanno mostrato che la capacità adesiva delle cozze si era indebolita quando il pH dell’acqua marina era sceso al di sotto di 7,6” ha dichiarato Emily Carrington.
Questi risultati potrebbero avere gravi implicazioni per l’acquacoltura. Negli allevamenti di mitili, le cozze si attaccano alle corde sospese in acqua per 6-12 mesi, mentre crescono fino alle dimensione di mercato. Attualmente, la difficoltà a rimanere ben ancorate causa fino al 20% del distaccamento e perdita degli esemplari.