L’eurodeputato Marco Affronte (Verdi/Ale) interviene sulla proposta avanzata dalla Commissione Europea d’attuazione di un Piano Pluriennuale per il Mare Adriatico che riguarda la gestione di sardine e acciughe.
“Il documento della Commissione – scrive Affronte – prevede l’introduzione delle quote di cattura per il pesce azzurro, che attualmente è pescato principalmente da Italia e Croazia, con numeri marginali per Slovenia, Montenegro e Albania. Nonostante i piani di gestione nazionali, le risorse sono ampiamente sovrasfruttate, questo è consolidato”.
La relatrice del report è la Deputata Croata dell’ECR Tomasic. Affronte è il relatore ombra per il Gruppo Verdi.
“Credo – continua l’eurodeputato – che il sistema delle quote, per quanto extrema ratio, sia ormai l’unica possibilità per ricostituire gli stock di acciughe e sardine, e per garantire una prospettiva a lungo termine al settore, e il Comitato Scientifico, Tecnico ed Economico per la Pesca (Scientific, Technical and Economic Committee for Fisheries – STECF) è dello stesso avviso. Ho avuto parecchi contatti con i pescatori e da più parti mi è arrivato il segnale che la loro introduzione possa essere accettata come utile, a patto che ovviamente si evitino le aberrazioni delle quote tonno. Di parere completamente opposto la Rapporteur Tomasic, che crede che non ci sia alcuno spazio per l’introduzione delle quote”.
Trascurare questo rapporto sarebbe un gravissimo danno per tutto l’Adriatico, sostiene Affronte che aggiunge: “Non possiamo fare scivolare via la proposta di regolamento della Commissione, né farla annacquare da chi preferisce risposte blande e dalla visione corta, perdendo l’occasione di aiutare l’Adriatico ad uscire dalla crisi, ormai ventennale, che rappresenta più di un pantano dal quale divincolarsi. In autunno avremo i dati aggiornati, che credo saranno peggiori rispetto a quelli del 2014 sui quali il report è impostato. Per cui le quote, nella situazione di emergenza nella quale siamo, ci dicono gli scienziati dello STECF, sono indispensabili.
Il punto è: vogliamo salvare lo stock per salvare almeno una buona parte del comparto? Perché è questo ciò che la Commissione, sulla base dei dati attuali, anticipa. Lo stock è in continuo calo, ma se arriva il crollo, il settore avrà chiuso. Senza le quote le misure di chiusura temporanea, di fermo, ecc, ecc, non sono sufficienti. Dobbiamo guardare in faccia alla realtà, per una situazione di emergenza nella quale serve raggiungere l’MSY entro il 2020, ad altri sistemi di tutela degli stock vanno accostate le quote. Serve coraggio”.