Ventisei giorni per compilare le domande di sostegno al reddito per le giornate di lavoro perso nel 2020 sono stati troppo pochi. Una impresa di pesca su tre rischia di perdere i contributi.
A sostenerlo è l’Alleanza delle Cooperative pesca che si è fatta carico del malessere delle imprese di pesca scrivendo al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, per chiedere, d’intesa con altre associazioni datoriali e i sindacati, la riapertura termini fino al 30 aprile per completare la documentazione mancante.
Poco tempo a disposizioni ma anche intoppi burocratici che hanno rallentato l’iter per presentare le domande, di fatto rendendo impossibile per molti accedere alle risorse stanziate e destinate a coprire tutti i periodi di forzata inattività: dal fermo pesca, al maltempo, passando per la malattia, anche causa covid. Motivo per il quale l’Alleanza rilancia la necessità che si apra il confronto con il Ministero del Lavoro anche sul settore pesca, proprio in queste ore in cui il governo sta mettendo a punto il nuovo schema degli ammortizzatori sociali, tema da sempre denunciato dal mondo della pesca.
“Chiediamo inoltre un intervento con il decreto sostegni – in via di adozione – affinché sia garantita la copertura finanziaria e la ricevibilità a tutte le domande di sostegno al reddito comunque pervenute per gli stop registrati nel 2020. Una misura di equità sociale – quest’ultima – che garantirebbe a tutti i lavoratori della pesca un sostegno per i sacrifici subiti nel corso di tutto il 2020”, conclude l’Alleanza.