“Diciamo no alla strage di imprese e pescatori che l’Europa vuole continuare ad imporre ai suoi cittadini. Per questo chiediamo all’Italia di difendere il reddito e l’occupazione della filiera ittica legata alla pesca del pesce spada. L’Italia è il primo paese per flotta e per produzione, con il 50% di catture e circa 5.000 tonnellate pescate ogni anno. Non possiamo vanificare questo patrimonio”. Così l’Alleanza delle Cooperative italiane pesca alla vigilia dell’assemblea Iccat (commissione internazionale per i grandi pelagici), al via il 14 novembre in Portogallo, che stabilirà misure di tutela del pesce spada.
“Va assolutamente rigettata – afferma l’Alleanza- la proposta europea che vuole introdurre un quantitativo massimo di catture per la pesca allo spada, come avviene da dieci anni per il tonno rosso. Abbiamo già sperimentato sulla pelle degli imprenditori, la pesca con quote. Un sistema che genera solo precarietà e la fuoriuscita dal mercato di aziende e lavoratori. Siamo consapevoli – conclude l’Alleanza-che occorre adottare ulteriori misure per proteggere uno stock altamente sfruttato ma ricordiamo anche che l’Italia sta facendo moltissimo per salvaguardare la specie. Riteniamo, però, che prima di arrivare a parlare di quote ci siano molte altre leve da azionare: chiusure spazio-temporali; ridefinizione degli attrezzi da pesca (lunghezza e numero degli ami); sistemi di tracciabilità e di identificazione per evitare che si consumi prodotto di provenienza illecita; regolamentazione della pesca non professionale”.