Il pesce zebra, caratteristico per le sue piccole dimensioni, è la fonte di una sorta di collante da applicare ai vasi sanguigni che si rompono. I loro globuli bianchi infatti contengono cellule chiamate macrofagi, che riescono a riattaccare tra loro le estremità spezzate dei vasi sanguigni cerebrali, che rompendosi causano emorragie associabili a malattie neurogenerative e declino cognitivo. A riportale l’esito della ricerca della cinese Southwest University è la rivista Immunity. Chi ha guidato la ricerca, Lingfei Luo, ha riscontrato l’efficace apporto dei macrofagi, che eviterebbero sanguinamenti nel cervello. Gli esperimenti sono avvenuti sugli stessi pesci zebra, che, sui quali è stata simulata una microemorragia cerebrale umana tramite un laser. Con l’ausilio di un microscopio, gli scienziati hanno assistito al rimarginarsi delle fratture. Tale processo ha visto un macrofago di un vaso danneggiato allungarsi fino all’altra estremità di tessuto sfilacciato, producendo delle molecole adesive per attaccarle. L’intera operazione è iniziata circa mezz’ora dopo il trauma ed è terminata dopo due ore. I ricercatori hanno assunto che tale meccanismo di riparazione dei macrofagi possa avvenire anche nei topi e nell’uomo.
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