In base alle informazioni del Programma nazionale di raccolta dei dati alieutici, nel 2013, le imprese che in Italia svolgono, come attività principale, la trasformazione dei prodotti della pesca sono 587 di cui il 76% impiega meno di 10 occupati, il 22% tra 11 e 49 occupati e solo il 3% delle imprese del settore si caratterizza per una struttura occupazionale maggiore e superiore alle 50 unità. In linea con le caratteristiche strutturali tipiche del sistema produttivo italiano, l’industria di trasformazione dei prodotti della pesca è dominata da micro e piccole imprese spesso a carattere familiare.
In particolare il confronto con il 2012 conferma una tendenza di medio periodo in cui le micro imprese con meno di 10 occupati hanno più che raddoppiato (+131% rispetto al 2008) la loro consistenza rispetto alle piccole (-16%) e soprattutto alle medio-grandi (-48%), imprese che invece hanno visto ridurre dall’8% al 3% la loro quota sul totale
delle imprese censite. L’industria di trasformazione dei prodotti della pesca ha occupato, nel 2013, 6.292 persone corrispondenti a 5.845 equivalente a tempo pieno (FTE). Dal 2008 si evidenzia un trend crescente dell’occupazione in questo tipo di attività industriale che ha riguardato in eguale misura sia il sesso femminile che maschile.
A livello territoriale le imprese di trasformazione del pesce si trovano per il 54% in Italia meridionale e nelle Isole, per il 14% nel Nord-est, per il 22% nelle regioni centrali e solo per il 9% nel Nord-ovest. Le regioni con il maggior numero di imprese sono la Sicilia (22%), la Calabria (10%) e la Campania (9%).
Anche l’impiego di lavoro è maggiore nel Sud Italia (47%) con la Sicilia in vetta alla classifica (22%). Seguono le
regioni del Nord-est con il 20% degli occupati impiegati in questa particolare attività industriale e tra di esse la
prima posizione è detenuta dal Veneto con una quota pari al 18% del totale nazionale. In media il numero di addetti per impresa di lavorazione del pesce è di 11 persone occupate; la Liguria, la Lombardia e il Veneto evidenziano valori superiori alla media italiana e rispettivamente, di 22, 21 e 18 unità.
(Fonte: Settore Ittico in Cifre 2015 – CREA)