Status giuridico e governance del Mediterraneo e futura istituzione da parte della Grecia di una Zona economica esclusiva (Zee), oltre le 12 miglia del mare territoriale. Si è parlato anche di questi temi durante i lavori del seminario di Catania sulla pesca nel Mediterraneo. Aspetti su cui è intervenuto il segretario nazionale della Uilapesca Fabrizio De Pascale che ha puntualizzato: “La proclamazione di Zee nazionali è un atto unilaterale e legittimo che ciascun paese può decidere e che non richiede l’approvazione di altri stati, salvo la definizione bilaterale dei confini della zona. Nel Mediterraneo molti paesi (tra cui anche Spagna, Francia e Croazia) hanno istituito tale zona. Sebbene l’Unione europea ne caldeggi l’istituzione, l’Italia non l’ha ancora fatto e si trova in una situazione paradossale: da un lato è l’unico paese ad aver escluso la pesca dal campo di applicazione della zona di protezione ecologica, stabilita oltre le 12 miglia (ma solo nel Tirreno) nel 2011 e che consente, però, ai pescherecci di qualunque paese di venire a pescare a 13 miglia dalle nostre coste. Dall’altro, già nel 1968, ha avviato la conclusione di accordi bilaterali con quasi tutti i paesi frontalieri per delimitare il fondo marino della piattaforma continentale, offrendo così a questi paesi dei possibili confini validi anche per le Zee.” “Resta poi incerto a chi spetti, in Italia, la competenza per avviare l’istituzione di una Zee o anche semplicemente per assumere misure di conservazione delle risorse biologiche nell’alto mare oltre le 12 miglia” prosegue De Pascale “È una situazione che va al più presto cambiata per consentire al nostro paese di poter giocare un ruolo da protagonista nella definizione delle future politiche di gestione della pesca mediterranea e per poter sfruttare appieno le possibilità di crescita offerte dalla cosiddetta blue economy”.
