Diete a base di microalghe per l’ostreicoltura: dal Portogallo buone nuove – Un’azienda portoghese ha sviluppato due diete ad hoc per coltivare l’ostrica portoghese, Crassostrea angulata. Questo bivalvo, originario dell’Oceano Atlantico, è molto apprezzato nella Penisola Iberica ed occupa un ruolo di prestigio nella gastronomia locale.
È molto simile all’ostrica che si coltiva in Francia, denominata Crassostrea gigas, ed ultimamente anche in Italia (ostrica concava o giapponese o del Pacifico) mentre è abbastanza facile da distinguere dall’ostrica piatta europea (Ostrea edulis) proprio per la forma della conchiglia, concava nel genere Crassostrea e piatta nel genere Ostrea.
Come tutti i molluschi bivalvi, le ostriche sono organismi che filtrano l’acqua nella quale vivono e si alimentano di microalghe normalmente presenti nell’ecosistema delle quali sono originarie.
Questa loro caratteristica ecologica le rende perfette per aumentare la sostenibilità del settore dell’acquacoltura e negli ultimi anni la produzione delle ostriche viene promossa per aumentare il valore aggiunto dei sistemi di acquacultura integrata, dove le microalghe proliferano abbondantemente grazie alla presenza di vivai di pesci.
Nonostante questo scenario di acquacoltura integrata (IMTA) in via di sviluppo, l’ostreicoltura è un’attività che si pratica con successo in Francia, a livello industriale, da diversi decenni e, negli ultimi 15 anni anche in Italia.
Diete a base di microalghe per l’ostreicoltura: dal Portogallo buone nuove sull’allevamento di questi bivalvi.
Purtroppo però, a causa del cambiamento climatico e al riscaldamento del clima globale, diversi fattori avversi possono compromettere il successo dei cicli produttivi in questo settore, soprattutto nelle prime fasi.
Tra questi: la comparsa di patologie come l’herpes delle ostriche in Francia e le alterazioni nella disponibilità dell’alimento (fitoplancton) per ragioni metereologiche sfavorevoli o impreviste possono distruggere il seme nelle prime fasi del ciclo produttivo.
Voler evitare questi fenomeni avversi all’ostreicoltura può spronare l’imprenditore a prolungare i tempi di produzione a terra.
Questa soluzione prevede il coltivo delle ostriche all’interno di sistemi a ricircolo, dove la crescita dei bivalvi viene controllata sia dal punto di vista della disponibilità di alimento (aggiunta in maniera artificiale alle vasche) che della prevenzione delle infezioni (mantenendo un’elevata qualità dell’acqua).
In questo scenario, in sistemi a ricircolo (tecnica che già viene impiega in molti impianti per ottenere il seme) un’azienda portoghese produttrice di fitoplancton a livello industriale ha ideato due diete speciali a base di biomassa di alghe.
Queste diete ad hoc garantiscono la crescita uniforme delle giovani ostriche.
L’azienda, che ha pubblicato i risultati sulla rivista Hatchery Feed & Management, spiega che la dieta denominata prototipo 1 (contenente Tetraselmis chui, Skeletonema costatum, Tisochrysis lutea e varie specie del genere Pavlova) potenzia la crescita del seme fino ai 40 mm, e che a partire da questa taglia la migliore opzione per alimentare le ostriche è la dieta prototipo 2 (che contiene T. chui, S. costatum e T. lutea).
Questi risultati possono essere di grande interesse per l’acquacoltura del nostro Paese.
L’Italia con 143.000 tonnellate di molluschi prodotte nel 2020 (FAO) è leader nella venericoltura (cioè nella la produzione di vongole, soprattutto della specie Ruditapes philippinarum) e compete ad alti livelli, soprattutto con la Spagna, nella mitilicoltura (cioè nella produzione di cozze della specie Mytilus galloprovincialis).
Considerando il back-ground scientifico e tecnologico dell’Italia, l’interessante esplosione dell’ostricoltura, che ha triplicato i volumi produttivi nel corso dell’ultimo decennio, è possibile affermare che lo sviluppo delle tecniche industriali per la produzione di fitoplancton nel nostro Paese possono essere una grande opportunità di investimento per il settore ittico italiano.
Riferimenti
Per l’articolo originale:
Development of new bivalve diets with industrially produced microalgae. Autotrice: Patricia Diogo, NECTON (Portugal): https://www.hatcheryfm.com/hatcheryfeed-magazine/
Altri Riferimenti
1) “The State of World Fisheries and Aquaculture (SOFIA)” FAO: https://www.fao.org/publications/sofia/2020/en/
2) OSTRICA – ANALISI ECONOMICA E PROSPETTIVE DI CONSUMO”: https://ittico.bmti.it/CaricaPdfRegolamenti.do?doc=7
PIANO STRATEGICO PER L’ACQUACOLTURA IN ITALIA 2014-2020: http://www.a-m-a.it/wp-content/uploads/2018/02/Allegato_6_PO_Piano_Strategico_Acquacoltura_150928.pdf
Diete a base di microalghe per l’ostreicoltura: dal Portogallo buone nuove sull’allevamento di questi bivalvi