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Home Sostenibilità

Graziano da Silva plaude al trattato che avvicina la fine della pesca illegale

Mariella Ballatore by Mariella Ballatore
1 Giugno 2017
in Sostenibilità

L’Accordo sulle Misure dello Stato di Approdo (PSMA) per Prevenire, Dissuadere ed Eliminare la Pesca Illegale, Non Dichiarata e non Regolamentata ( IUU – acronimo inglese), trattato internazionale volto a porre fine alla pesca illegale, fornisce al mondo “tutti gli strumenti necessari per raggiungere il nostro obiettivo” ha affermato il Direttore Generale della FAO José Graziano da Silva.

Il PSMA sarà presto sottoscritto da 48 paesi – contando i 28 membri dell’Unione Europea come uno solo – ai quali stanno per aggiungersi Giappone e Montenegro, che hanno appena depositato le proprie adesioni. Ad un anno dalla sua entrata in vigore, questo dà un nuovo slancio al trattato, ha affermato Graziano da Silva, che si è detto certo che presto nuovi paesi seguiranno.

Graziano da Silva è intervenuto mercoledì alla prima Riunione delle Parti, ospitata dal Governo norvegese, per delineare i dettagli dell’attuazione del PSMA.

Il trattato, promosso dalla FAO, limita l’accesso ai porti ai pescherecci che non rispettano una serie di regole, tra cui la prova che dispongono di licenze di esercizio adeguate e una trasparente lista delle specie e della quantità di pesci catturati. Il trattato è il coronamento di anni d’incontri diplomatici tesi a combattere il flagello della pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (IIU), che ammonta a 26 milioni di tonnellate per un valore di 23 miliardi di dollari l’anno e che rappresenta un’enorme minaccia al tentativo di rafforzare la pesca sostenibile negli oceani del mondo.

Le parti che aderiscono al trattato attualmente rappresentano più di due terzi del commercio ittico mondiale.

Focus sull’implementazione

La riunione di Oslo è un’occasione per le parti coinvolte di definire le rispettive responsabilità: dagli stati portuali, alle organizzazioni regionali per la gestione della pesca, agli organismi internazionali, inclusa la FAO.

Tra i protocolli in esame figurano le misure per assicurare lo scambio e la divulgazione delle informazioni in modo adeguato e rapido, visto che i porti sono tenuti a segnalare eventuali violazioni sia ai paesi di approdo, sia alle autorità regionali.

Si discute inoltre di necessità tecniche aggiuntive da parte dei paesi in via di sviluppo. Un gruppo di lavoro si incontrerà questa settimana per stilare delle raccomandazioni per la messa in opera di sistemi di finanziamento adeguati ad assicurare che ogni firmatario, incluso i piccoli Paesi insulari in via di sviluppo – situati in zone peschiere tra le più ambite al mondo – sia in grado di portare a termine i propri compiti.

Il trattato stesso richiede ai firmatari di contribuire agli sforzi per la a costruzione delle capacità necessarie perché l’accordo funzioni.

“Questo è un momento cruciale” ha affermato Graziano da Silva, sottolineando che la stessa FAO ha già impegnato 1,5 milioni di dollari per sostenere tali sforzi. Ha poi ringraziato pubblicamente la Norvegia, la Svezia e gli Stati Uniti per il loro sostegno al programma.

I benefici del PSMA

Progettato per impedire che le imbarcazioni abbiano modo di scaricare il pescato illegale, il PSMA è parte di uno sforzo globale per salvaguardare le risorse marine globali, ha affermato Graziano da Silva. Il quale ha poi ricordato che dall’accordo deriveranno tutta una serie di benefici aggiuntivi, come una migliore sostenibilità della pesca marina, e migliori condizioni di vita e di sicurezza alimentare per le comunità costiere. Si ridurranno le attività illecite spesso legate alla pesca illegale IUU come la tratta dei lavoratori, gli abusi sul lavoro e la schiavitù.

Il PSMA rappresenta infine un grande contributo verso il raggiungimento dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile numero 14, che riede esplicitamente la fine della pesca illegale IUU entro il 2020.

Tags: FAOGraziano da Silva
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Mariella Ballatore

Co-founder e Direttrice di redazione. Pubblicista dal 2006 racconta il mondo da oltre un trentennio attraverso giornali, televisione e radio. Come conoscitrice del settore pesca e acquacoltura è stata più volte invitata a moderare e relazionare in convegni organizzati tra gli altri dalla Conferenza Episcopale Italiana – Ufficio nazionale dell’Apostolato del Mare, AquaFarm, Blue Sea Land.

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