Il termine vitamina B12 identifica un insieme di sostanze contenenti cobalto. Queste sono fondamentali per la sintesi dei globuli rossi, infatti, in caso di carenza, si ha anemia perniciosa.
La vitamina B12 è presente negli alimenti di origine animale, in particolare nel fegato, poiché sintetizzata da batteri. Tuttavia si può anche trovare nelle alghe, dove si presenta in forme scarsamente biodisponibili.
Il fabbisogno nutrizione di vitamina B12 nell’uomo è piuttosto modesto e varia da 0,7-1,3 mcg/giorno nei bambini a 2 mcg/giorno nell’adulto, per aumentare solo in gravidanza e allattamento arrivando a valori rispettivamente di 2,2 e 2,4 mcg/giorno (LARN, 2014).
Da sempre il polpo è spesso considerato un ottimo alimento per introdurre la vitamina B12 nella propria dieta. È spesso consigliato assieme alle vongole, ostriche e al pesce.
Vengono attributi valori come 36 mcg/100g di prodotto, che supererebbe di 18 volte il fabbisogno giornaliero.
Ma 100 g di polpo, riescono veramente a soddisfare questo fabbisogno?
Secondo dei dati del 2014 del National Nutrient Database for Standard Reference (USDA) e della Banca Dati di Composizione degli Alimenti per Studi Epidemiologici in Italia (BDA) la vitamina B12 contenuta in 100g di polpo si attesterebbe sui 20 mcg/100 g, che supererebbe di 10 volte il fabbisogno giornaliero nell’uomo. Tuttavia dati anche meno recenti (Nunes et al., 2006; Dias et al., 2003; Kwak et al., 2012) attestano il valore di questa vitamina tra lo 0,72 e 1,43 mcg/100 g, che risultano più bassi del fabbisogno giornaliero.
In uno studio condotto presso l’Università di Bologna da me e da miei professori è risultato un contenuto di vitamina B12 che variava, in media, da 1,66-1,80 mcg/100 g (nelle specie Octopus vulgaris, O. cyanea e O. maya) a 3,10 mcg/100 g (nell’Amphioctopus aegina).
I valori che quindi si riscontrano nei lavori scientifici fanno quindi pensare che il polpo sia una potenziale fonte di vitamina B12, poiché i risultati sono molto vicini al fabbisogno giornaliero nell’uomo. Tuttavia non si può considerare come una fonte elitaria e i lavori scientifici dovrebbero proseguire per stabilirne un vero valore medio per singola specie.
Bibliografia: – Nunes M.L., Bandarra N., Oliveira L., Batista I., Calhau M.A. (2006). Compositional and nutritional value of fishery products consumed in Portugal, 477-487. In (J.B. Luten, C. Jacobsen, K. Bekaert, A. Sæbø, J. Oehlenschläger eds.): Seafood research from fish to dish – Quality, safety and processing of wild and farmed fish. Wageningen Academic Publishers, Wageningen, The Netherlands. – Dias M.G., Sánchez M.V., Bártolo H., Oliveira L. (2003). Vitamin content of fish and fish products consumed in Portugal. Electronic Journal of Environmental, Agricultural and Food Chemistry, 2(4), 510-513. – Kwak C.S., Park J.H. Cho J.H. (2012). Vitamin B12 content using modified micro- bioassay in some Korean popular seaweeds, fish, shellfish and its products. Korean Journal of Nutrition, 45(1), 94-102.