Gli scienziati hanno avviato la prima fase di un progetto di conservazione per restituire ostriche native (Ostrea edulis) all’estuario del Tamigi, nell’Essex, in Inghilterra.
Negli ultimi 200 anni, a causa dello storico sovrasfruttamento, la popolazione di ostriche ha subito un calo del 95%, la ripresa della specie è stata ostacolata dalla perdita di habitat, dall’inquinamento e dalle malattie. L’intervento umano ha rappresentato l’unica speranza.
Lavorando nell’unica zona di conservazione marina (area marina protetta britannica – MPA) in Inghilterra per ostriche native, la Zoological Society of London (ZSL)presieduta da ENORI (Essex Native Oyster Restoration Initiative), una coalizione di ostricoltori, comunità locali, ONG, università e il governo del Regno Unito, ha avviato il suo progetto creando l’habitat richiesto per il Mother Oyster Sanctuary, reintegrando le ostriche perdute dell’estuario.
Gusci di ostriche schiacciati e pietre sono stati depositati sul pavimento dell’estuario. Questo passaggio è necessario, poiché le ostriche richiedono una superficie dura su cui crescere, che non si trova naturalmente nei letti fangosi dell’estuario dell’Essex.
Una volta completata la sistemazione del fondo vengono deposte femmine adulte o “ostriche madri” che, nelle prossime settimane, avvieranno le prime fasi del ciclo di vita dell’ostrica nativa.
“Potrebbe non essere un lavoro affascinante, ma porre le ostriche madri al momento giusto è vitale per il successo del programma di ripristino, e quindi vitale per la sopravvivenza di questa specie nativa britannica,” è quanto sostiene Alison Debney, responsabile senior del programma di conservazione di ZSL per Regno Unito e Europa.
ENORI è stata fondata nel 2013 nel tentativo di ripristinare una specie ittica nazionale che un tempo sosteneva centinaia di pescatori. Da allora sono state spostate più di 25.000 ostriche native negli estuari dell’Essex vietando la pesca nella zona fino a quando gli stock di ostriche non si saranno sufficientemente ripresi e saranno in grado di resistere alla raccolta sostenibile.