Si protrarrà fino al 2016 una ricerca allargata a tutti i 28 stati membri dell’UE, Svizzera e Norvegia finalizzata ad evidenziare le frodi alimentari nell’Unione Europea su ben due prodotti, miele e pesce.
La ricerca, come riportato da foodnavigator.com, ha provato che le frode nei pesci sono scese al di sotto del 6% mentre per quanto riguarda il miele la storia il 19% e in alcuni casi anche il 32% dei prodotti esaminati non è conforme alle norme alimentari europee.
Il monitoraggio condotto tra giugno e novembre ha interessato ben 3.906 prodotti, trasformati che non trasformati e tra questi solo 232, il 6%, non è risultato conforme alle norme di etichettatura UE. Un numero maggiore di irregolarità è stato registrato in quei prodotti venduti al dettaglio e provenienti da zone frontaliere, pochi invece i casi di difformità annotati tra i prodotti venduti nei mercati dove sono utilizzate le celle frigorifere.
Su merluzzo e nasello è stato rinvenuto il maggior numero di frodi, rispettivamente 30 e 27, ma in percentuale il pesce più taroccato è risultato essere il grouper (31%) seguito da sogliola (24%) e sogliola gialla (15 %).
Malta, Estonia e Lettonia, i paesi dove sono stati rilevati i più alti tassi di non conformità rispettivamente del 27%, 17% e 14%. Anche in Germania l’11% dei prodotti analizzati è risultato etichettato in modo errato.
Lituania, Lussemburgo, Portogallo e Irlanda i paesi che creano minor preoccupazione per il consumatore. Nei ristoranti di Dublino i 76 campioni destinati al monitoraggio sono risultati essere tutti correttamente etichettati.
Il risultato di questo monitoraggio va a supporto di un’altra recente indagine secondo la quale su 1.563 prodotti da supermercato, controllati in sei paesi dell’Unione europea, meno del 5% aveva un’etichettatura sbagliata e ciò fa pensare ad errori umani e non a frodi.