Pronto il Decreto Interministeriale relativo alle indennità previste per i lavoratori dipendenti da imprese adibite alla pesca marittima , compresi i soci lavoratori delle cooperative della piccola pesca che hanno osservato la sospensione dell’attività lavorativa derivante da misure di arresto temporaneo obbligatorio e non, anno 2021.
Non vi sono novità rispetto all’annualità precedente ma rileviamo comunque una diluizione delle tempistiche istruttorie che ora più che mai mal si conciliano con il difficoltoso momento economico conosciuto dagli addetti, il cui reddito risulta ancora fortemente penalizzato dalle note dinamiche legate all’emergenza epidemiologica. Fuori da ogni polemica e auspicio per il futuro (sperando in perpetui finanziamenti ad hoc), accorciare i tempi delle procedure e quindi delle successive erogazioni poteva essere non risolutivo ma comunque di ausilio per i pescatori. La riduzione delle giornate lavorative a mare, dovuta soprattutto a fermi temporanei obbligatori che si fanno sempre più lunghi, spada di Damocle per il comparto, viene percepita come una condanna all’ergastolo.
“Del tutto evidente che interrompere l’attività di pesca per permettere la ripresa degli stock è misura superabile o comunque da integrare con strategie gestionali basate su criteri diversi: un discorso che secondo noi rimane valido per tutti i sistemi di pesca. Abbiamo e continuiamo a lavorare verso la prospettiva di piani di gestione, scientificamente supportati, che più che l’interruzione dell’attività di pesca, prevedano sistemi di quote e progetti di filiera in grado di assicurare reddito salvaguardando anche la risorsa. Nella convinzione che le indennità andrebbero comunque ritoccate, crediamo comunque poco nei sussidi che spesso riguardano solo determinati lavoratori del mare e accordiamo preferenza a quegli aiuti che si pongono invece come incentivi al lavoro, al reddito ma anche all’innovazione.” Così Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale UNCI Agroalimentare