Quando compriamo prodotti ittici che si tratti di salmone, capesante o branzino, spesso ci si interroga sulla provenienza e sulla freschezza. Si può certamente evocare l’immagine di un pescatore nell’atto della cattura, ma difficilmente si pensa al percorso completo che il pesce affronta prima di finire nei nostri piatti. Allo stesso modo, quando sentiamo parlare di innovazioni nel settore ittico, si tratta generalmente di modifiche specifiche nella cattura o nell’allevamento ittico (uso di dispositivi di esclusione delle tartarughe, variazioni delle quote di pesca, nuovi mangimi per l’acquacoltura).
Migliorare un elemento isolato della catena di fornitura non porta sicuramente alla sostenibilità nella pesca. Senza imprese nella catena di approvvigionamento che valorizzano e differenziano il pesce sostenibile da quello pirata o illegale, non vi sarà alcun incentivo o stimolo per pescatori e allevatori a cambiare le loro pratiche di produzione.
È importante che le imprese che valorizzano la sostenibilità, dimostrino che stanno ritagliandosi con successo una quota di mercato grazie a fonti tradizionali, fornendo così agli investitori la fiducia nella capacità di tali imprese di avere successo e crescere.
In poche parole per vedere su larga scala la crescita del business di acquacoltura e cattura sostenibili, c’è bisogno di più innovazione in ogni punto lungo la catena di approvvigionamento.
Un pescatore o allevatore ittico, deve disporre di tecnologie non eccessivamente costose per riuscire a sviluppare dei processi sostenibili. Dato ciò deve essere in grado di vendere i suoi prodotti a monte della catena di approvvigionamento, per esempio ad un distributore che reputi la sostenibilità una variabile sufficiente per differenziare il proprio prodotto da altri.
A sua volta, il distributore deve essere in grado di vendere ad aziende di trasformazione o ad altri distributori disposti a pagare un prezzo leggermente più alto per dei prodotti sostenibili. Se qualsiasi elemento della catena non attribuisce valore o non distingue il pesce sostenibile da prodotti tradizionali, per le imprese all’inizio della catena è difficile sopravvivere e competere nel mercato.
Per visualizzare come questi elementi si congiungono presentiamo questo schema che divide la catena di approvvigionamento in sei fasi:
1 Input di pre-produzione. Questa prima fase si verifica anche prima che i pesci vengano catturati o allevati e comprende la raccolta e l’analisi delle informazioni fondamentali per la gestione sostenibile della pesca o di allevamenti ittici. Comprende anche l’introduzione di tecnologie migliorative dei processi di allevamento e cattura.
2 Cattura effettiva di pesci selvatici in mare o di allevamento di pesce e crostacei negli stabilimenti.
3 Acquisto del pescato dal porto o negli stabilimenti.
4 Preparazione e lavorazione. Questa fase comprende la trasformazione del pesce in prodotti per il largo consumo.
5 Distribuzione e logistica. Prevede il trasporto e la distribuzione dei prodotti ittici freschi e congelati per i clienti .
6 Vendite. Questa fase finale è ciò che la maggior parte di noi vede: i prodotti ittici sulle nostre tavole, nei ristoranti, o sugli scaffali nel nostro supermercato preferito.
Le opportunità di ritagliarsi delle quote di mercato consistenti esistono in tutte queste aree tradizionali. E gli imprenditori più lungimiranti stanno lavorando sodo per costruire queste opportunità .
L’interesse pubblico nello stato di salute degli oceani, nei prodotti sostenibili e nei cibi sani continua a incrementare la domanda di pesce sostenibile. Per essere sicuri che la richiesta dei consumatori finali riuscirà davvero ad influenzare la pesca e l’acquacoltura su larga scala, il settore deve continuare a crescere, favorendo l’incontro delle imprese che valorizzano e migliorano la sostenibilità sociale e ambientale.