Come faranno i 10 miliardi di persone, che si prevede occuperanno la Terra entro il 2050, ad ottenere cibo nutriente a sufficienza?
Questa è una delle più grandi sfide dell’umanità. I sistemi alimentari globali devono fornire abbastanza calorie e proteine per una popolazione umana in crescita e fornire micronutrienti importanti come ferro, zinco, e omega-3.
A sostenerlo una ricerca condotta dal ricercatore Christopher Golden e pubblicata su Nature.
Le carenze di micronutrienti, così chiamati perché il corpo ha bisogno di loro solo in piccole quantità, può aumentare il rischio di mortalità perinatale e materna, ritardo della crescita, mortalità infantile, deficit cognitivi e ridotta funzione immunitaria. Il quarantacinque per cento di mortalità nei bambini sotto i cinque anni di età è attribuibile alla malnutrizione; le carenze nutrizionali sono responsabili del 50% dei anni che creano disabilità nei bambini nei primi quattro anni di vita.
I pesci sono fonti cruciali di micronutrienti, spesso in forme altamente biodisponibili. Le popolazioni ittiche però sono in declino. La maggior parte degli studi fino oggi realizzati hanno considerato come le persone reagiranno alla perdita di proteine derivate dai pesci. Ma questo aspetto è solo la punta di un iceberg. Combinando i dati sulla nutrizione dietetica e il pescato, si prevede che oltre il 10% della popolazione mondiale potrebbe dover far fronte alla carenza di micronutrienti e di acidi grassi a causa del calo di pesce nei prossimi decenni, soprattutto nei paesi in via di sviluppo in prossimità dell’Equatore (vedi ‘Troubled Waters ‘ ). Questa nuova visione sottolinea la necessità di politiche nutrizionali sensibili in materia di pesca.